L’esplorazione dello spazio e la carriera di astronauta continuano a rappresentare uno degli ideali più affascinanti nell’immaginario collettivo contemporaneo. In questo contesto, l’industria aerospaziale italiana si configura come uno dei pochi settori tecnologici in cui il Paese mantiene una presenza competitiva su scala internazionale. Attualmente, il comparto include oltre 500 aziende, risultando un elemento fondamentale dell’innovazione tecnologica sia a livello nazionale che europeo. Tuttavia, l’analisi critica del settore rivela una forte eterogeneità interna: accanto a imprese di rilievo internazionale, si riscontra una frammentazione diffusa e una prevalenza di realtà di piccole dimensioni che difficilmente riescono a superare i confini regionali.
Distribuzione geografica delle imprese
L’analisi territoriale mostra una concentrazione marcata delle aziende nel Nord-Ovest, con il 33,1% delle imprese totali, di cui il 18,7% localizzate in Lombardia. Seguono il Lazio con il 14,2%, la Campania con l’11,5%, il Piemonte con il 9% e l’Emilia-Romagna con l’8,5%. Questa distribuzione ha favorito la nascita di cluster tecnologici in sinergia con il mondo accademico e della ricerca. Tuttavia, la mancata piena maturazione di veri e propri hub tecnologici globali solleva interrogativi sull’efficienza del sistema di trasferimento tecnologico e sulla frammentazione delle competenze.
Struttura produttiva e specializzazione
La filiera aerospaziale italiana è articolata: circa il 47% delle imprese si dedica alla produzione di aeromobili e veicoli spaziali, il 19,6% si occupa di manutenzione e riparazione, mentre il 33,4% si concentra sulla produzione di componenti ad alta tecnologia, come radar, sistemi di controllo dei propulsori e registratori di volo. Un dato strutturale significativo è l’elevato numero di microimprese (oltre il 50%), caratterizzate da meno di dieci dipendenti e da fatturati inferiori ai due milioni di euro, un limite evidente alla capacità di investimento in R&S e all’internazionalizzazione. In questo scenario spiccano alcuni attori di grande dimensione, come Leonardo S.p.A., Thales Alenia Space Italia, Avio S.p.A. e OHB Italia S.p.A., veri protagonisti nei principali programmi aerospaziali internazionali.
Leonardo S.p.A.: analisi del player di riferimento
Leonardo rappresenta uno dei principali gruppi industriali italiani operanti nei settori della difesa e dell’aerospazio. L’integrazione verticale lungo tutta la catena del valore è uno dei suoi punti di forza, unitamente alla partecipazione in joint venture strategiche come Telespazio e Thales Alenia Space. Leonardo sviluppa sistemi autonomi e componentistica per colossi come Boeing e Airbus. Con ricavi superiori ai 17 miliardi di euro, un portafoglio ordini superiore a 44 miliardi e oltre 60.000 dipendenti in 129 sedi nel mondo, l’azienda investe circa 2,5 miliardi di euro annui in ricerca e sviluppo, elemento chiave per mantenere la propria posizione competitiva, nonostante la crescente pressione dei competitor globali.
OHB Italia S.p.A.: una filiale specializzata nel segmento spaziale
OHB Italia, con sedi operative a Milano, Roma e Benevento, fa parte del gruppo tedesco OHB SE e vanta oltre quattro decenni di esperienza nello sviluppo di tecnologie satellitari. Tra i progetti principali figurano la missione RAMSES, per il monitoraggio dell’asteroide Apophis in collaborazione con l’ESA, e la partecipazione al progetto Comet Interceptor, finalizzato all’esplorazione di comete ancora da individuare. In ambito di sorveglianza spaziale, ha sviluppato il telescopio Flyeye, parte integrante del programma NEOSTEL dell’ESA. La capacità di gestire internamente l’intero ciclo di vita di un progetto, grazie a infrastrutture come camere bianche e laboratori avanzati, conferisce a OHB Italia un vantaggio competitivo specifico, pur restando legata alle strategie industriali del gruppo tedesco.
Innovazione tecnologica e traiettorie emergenti
L’innovazione resta il driver principale di sviluppo, sebbene solo il 4,5% delle imprese del comparto sia formalmente riconosciuto come startup innovativa. Tra le aree emergenti si evidenziano:
- Volo suborbitale: realizzazione della prima missione italiana nel 2023 grazie alla collaborazione tra Aeronautica Militare e CNR, focalizzata su esperimenti in microgravità.
- Piattaforme stratosferiche: sviluppo di velivoli a energia solare operanti oltre i 20 km di altitudine, proposti come alternative ai satelliti tradizionali.
- Tecniche di lancio aviotrasportato: sistemi per l’immissione in orbita di piccoli satelliti mediante rilascio aereo, con l’obiettivo di aumentare flessibilità e ridurre i tempi di accesso allo spazio.
Sorveglianza spaziale e resilienza infrastrutturale
La protezione delle infrastrutture spaziali e terrestri è un’area strategica in forte crescita. L’Aeronautica Militare italiana sviluppa capacità di Space Situational Awareness (SSA) e Space Surveillance and Tracking (SST) per monitorare detriti orbitali e fenomeni di space weather. Tuttavia, il gap tecnologico rispetto ai principali attori internazionali evidenzia la necessità di ulteriori investimenti e di una maggiore cooperazione internazionale.
Contributo al volo umano e presenza italiana nelle missioni spaziali
Cinque degli otto astronauti italiani provengono dall’Aeronautica Militare, segno di una tradizione consolidata nelle missioni spaziali. Le competenze maturate nella medicina aerospaziale e nella gestione della microgravità rappresentano asset strategici per la partecipazione italiana ai programmi di esplorazione spaziale internazionale, anche se la presenza resta subordinata ai programmi condotti da agenzie come ESA e NASA.
Prospettive strategiche e sfide future
Il futuro del comparto aerospaziale italiano è condizionato da variabili complesse: il consolidamento della capacità autonoma di accesso allo spazio, la partecipazione attiva all’esplorazione umana del sistema solare e lo sviluppo di nuove tecnologie di osservazione terrestre rappresentano obiettivi prioritari. Tuttavia, senza un coordinamento istituzionale più efficace e investimenti mirati su scala sistemica, il rischio di essere superati da economie emergenti più dinamiche è concreto. Una politica industriale coerente e una visione strategica condivisa saranno indispensabili per mantenere un ruolo competitivo nello scenario aerospaziale globale.