L’anno 2022 ormai sta volgendo al termine e si può tentare di tirare le somme di questi mesi complessi. Uscita dalla pandemia, crisi energetica e guerra. Cosa sarà successo all’industria?

Cybersicurezza: impossibile dimenticarlo

Anche nello scorso articolo abbiamo parlato di cybersicurezza ma occorre comunque puntualizzare per avere un quadro della situazione. Infatti gli attacchi informatici ai settori produttivi dei vari paesi si stanno intensificando. Gli attacchi rischiano di penalizzare molto i bilanci delle aziende colpite, per questo occorre fare attenzione.

  • Circa il 5% degli attacchi si sono invece concentrati nel settore della salute e dell’assistenza ai malati, che maneggia dati estremamente sensibili.
  • Secondo i dati in media un attacco informatico nel mondo ha un costo di circa 4.3 milioni di dollari.
  • Gli Stati Uniti hanno subito più attacchi informatici di tutti gli stati del mondo.

Manifattura: una situazione incerta

Il settore manifatturiero ha di fronte un periodo difficile e diverse sfide epocali alle quali fare fronte: accelerare il processo di digitalizzazione in atto, infatti si tratta di un elemento fondamentale per la competitività dello stesso settore; iniziare a ragionare su nuovi modi per produrre in modo più sostenibile. La digitalizzazione e le citate sfide poste dalla cybersecurity sono però anche elementi che pongono il problema delle competenze. Infatti si richiedono sempre più abilità e capacità nell’ambito informatico anche per lavori che prima non ne necessitavano. Questo significa che per queste figure il profilo salariale potrebbe salire.

Il settore manifatturiero è in calo

La recessione sembra ormai molto vicina per l’economia, e il settore manifatturiero non fa eccezione. In Europa, e non solo, il calo della domanda ha portato la produzione a rallentare e, di conseguenza, i produttori hanno ridotto gli acquisti di nuove materie prime, questo ha avuto però l’effetto positivo di allentare la pressione sui fornitori. Il tasso d’inflazione è ormai fuori dall’usuale ha aumentato il clima di incertezza, favorito anche dalla guerra in Ucraina.

Anche l’automobile ha difficoltà

Il comparto produttivo legato all’automobile in Europa è sceso di circa il 2,4% nella prima parte dell’anno, mentre in altre regioni del globo è rimasta in positivo. Questo è probabilmente attribuibile anche al crollo del mercato russo (-66,4%) e ucraino (-84,6%), l’impatto sulla produzione non è trascurabile.

Soprattutto all’inizio del 2022 i problemi alla catena di approvvigionamento hanno messo a rischio il settore, nonostante tutto la produzione in Nord America ha visto un aumento di circa l’11,8% durante i primi nove mesi, toccando quota 8 milioni. La domanda di veicoli nuovi in USA è stata un fattore trainante.

Rivedere la supply chain

La catena di approvvigionamento globale è a rischio poiché Covid, guerra e rallentamento della produzione hanno mostrato le debolezze di questo sistema. Molti produttori hanno visto lievitare i costi e assorbirli è diventato molto complesso.

La domanda elevata, l’aumento dei costi delle materie prime e del carburante, la lentezze nelle consegne continuano a mettere a dura prova l’intero sistema. Per questo si sta assistendo al processo di riavvicinamento di alcune sedi produttive, ad esempio Intel ha riportato in Europa, almeno in parte, la produzione di processori. 

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