L’anno 2022 sta avvicinandosi alla chiusura, ormai siamo entrati nella penultima settimana ed è tempo di analizzare gli eventi più importanti di questi ultimi 12 mesi.

Il popolo britannico saluta la sovrana più longeva

Se c’è una certezza che ha accompagnato il mondo negli ultimi settant’anni è la presenza della regina Elisabetta II sul trono britannico. Quest’anno abbiamo assistito all’evento che tutti temevano, il popolo inglese ha mostrato molto attaccamento alla sovrana e code lunghissime si sono viste per giorni per renderle omaggio. 

La fine del regno di Elisabetta ha senza dubbio segnato alla fine di un’epoca, alcuni hanno detto la fine del Novecento. Ora più che mai le sfide per il Regno Unito sembrano molte e più complesse.

Dopo il regno più lungo il governo più breve

In Gran Bretagna, però, non abbiamo assistito soltanto alla fine del regno più lungo della Storia. Dopo la Brexit il clima di incertezza è aumentato e la durata dei governi è stata breve e, spesso, con esiti poco soddisfacenti. 

Dopo il “Partygate” le cose per Boris Johnson non si sono messe affatto bene, infatti la vicenda che riguardava la festa di Natale del 2020 a Downing Street ha finito per compromettere del tutto la forza politica dell’ex primo ministro britannico.

Liz Truss è arrivata in sostituzione di Johnson in un momento molto difficile per il Paese ed ha proposto un piano basato su tagli ingenti delle tasse che hanno causato una forte crisi economica e la più grande perdita di valore della sterlina da anni. Quello di Truss è il governo più breve della storia.

La guerra torna in Europa

Per diversi decenni in Europa non si sono visti conflitti di vaste proporzioni, ad eccezione di quello nei Balcani, ma il 2022 ha riportato le lancette pericolosamente indietro nel tempo. 

La pace europea è stata data per scontata per molti anni, ad eccezione del conflitto nei Balcani degli anni Novanta, ma il 2022 ha rotto questo stato di cose.

Il 20 febbraio 2022 le truppe russe hanno aperto le ostilità contro quelle ucraine dando inizio alla guerra. Per il momento gli aiuti occidentali alle forze dell’Ucraina hanno avuto l’effetto di arrestare l’azione russa. I rapporti tra le nazioni e la Russia sono molto cambiati e di certo si è aperta una nuova fase nelle relazioni estere europee.

Crisi del prezzo dell’energia e clima

Come dicevamo, il conflitto russo-ucriaino ha portato alla crisi dei prezzi del gas, che è schizzato alle stelle. L’ovvia conseguenza è quella di aver rallentato la transizione ecologica di molti Paesi che hanno dovuto far fronte alla necessità di riattivare. Alcune centrali a combustibile fossile sono rientrate in attività per compensare la carenza energetica.

L’Unione europea si è messa al lavoro per elaborare un piano per svincolarsi completamente dalla fornitura di gas russo, materia prima che incideva per diversi punti percentuali sulle casse dei vari Stati. Il percorso è ovviamente molto lungo e non è chiaro esattamente dove potrà portare ma vedremo sicuramente nuovi fornitori affacciarsi nel corso degli anni. Nel frattempo sono stati aumentati gli investimenti in fonti rinnovabili.

Qatar ed Europa: uno scandalo

Nonostante sia scoppiato nella parte finale dell’anno sarà sicuramente un evento segnante per il 2022 e, quasi di certo, anche per il 2023. I contorni della vicenda iniziano ad essere più definiti già nelle ultime ore ma, ovviamente, dovremo ancora attendere per scoprire tutti i dettagli. 

Il governo qatariota si è fermamente dissociato da chi lo accusa di corruzione e dichiara di aver agito in conformità alle leggi internazionali, la magistratura chiarirà tutto con calma.

Intel apre una nuova era

Le lunghe catene di rifornimento alle quali eravamo abituati dovranno cambiare, il Covid ha fatto deflagrare il problema in tutta la sua urgenza. Ancora adesso alcuni settori sperimentano carenze di vario genere.

Intel, uno dei colossi della produzione di microchip, ha deciso di portare in Europa una parte della produzione strategica per l’occidente. Si tratta di un polo produttivo in Germania; uno dedicato alla ricerca e sviluppo in Francia e altre sedi tra le quali quella in provincia di Verona. Con un investimento che tocca i 33 miliardi si apre una nuova era nella produzione tecnologica. Infatti si avvicinano agli USA importanti produzioni un tempo quasi esclusivamente stabilite in Asia.

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