Fintech Factory: contributi a fondo perduto per startup e PMI fintech – pubblicati i bandi 2025

Nuove risorse in arrivo per le imprese che lavorano sull’innovazione finanziaria: il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha avviato il programma Fintech Factory, con l’obiettivo di sostenere progetti tecnologici ad alto potenziale nel settore fintech. Il piano mette a disposizione oltre 2 milioni di euro sotto forma di contributi a fondo perduto destinati a startup e PMI innovative, con una corsia preferenziale per le realtà femminili.

Che cos’è Fintech Factory?

Fintech Factory nasce all’interno dei Laboratori di innovazione e cybersicurezza del Dipartimento del Tesoro, e si propone come ambiente sperimentale per aiutare le imprese a validare tecnologie applicate alla finanza digitale: blockchain, pagamenti elettronici, insurtech, gestione patrimoniale, sistemi di compliance e risk management automatizzati.

Non si tratta solo di un bando, ma di un programma strutturato che offre anche supporto tecnico, mentorship e accesso a occasioni di networking con soggetti pubblici e privati del settore.

Le due misure attive

Sono aperti i primi due avvisi pubblici, che prevedono in totale 25 percorsi di validazione:

  • Misura 54Startup e PMI: aperta a startup costituite da meno di 60 mesi e PMI innovative con meno di 250 dipendenti. Il finanziamento può arrivare a 90.000 euro per ciascun progetto.
    Consulta il bando Misura 54 (PDF)
  • Misura 64Startup femminili: rivolta a startup avviate da meno di 24 mesi con partecipazione femminile maggioritaria o guida al femminile. Offre fino a 75.000 euro a progetto.
    Consulta il bando Misura 64 (PDF)

Entrambe le misure finanziano lo sviluppo e la sperimentazione delle soluzioni, che saranno poi testate all’interno dei laboratori MEF in un percorso della durata di circa sei mesi.

Chi può partecipare e con quali progetti

L’iniziativa si rivolge a:

  • Startup e PMI innovative iscritte negli appositi registri;
  • team con proposte in fase di validazione;
  • soggetti imprenditoriali attivi o in via di costituzione operanti nel fintech.

Le proposte devono riguardare tecnologie applicate a:

  • pagamenti digitali e wallet;
  • blockchain e tracciabilità delle transazioni;
  • soluzioni insurtech e wealthtech;
  • strumenti per la gestione del rischio e la compliance;
  • digitalizzazione dei processi finanziari.

Modalità e tempi per candidarsi

Le domande vanno inviate esclusivamente online, utilizzando la piattaforma digitale del MEF. La scadenza è fissata al 20 giugno 2025.

È richiesto un dossier progettuale completo, che dimostri la fattibilità tecnica, l’impatto previsto e la sostenibilità nel medio-lungo periodo.

L’Italia raggiunge la Francia nel PIL pro capite

Le ultime previsioni della Commissione Europea confermano un dato inaspettato: nel 2025, il Prodotto Interno Lordo pro capite dell’Italia ha finalmente raggiunto quello della Francia. In termini semplici, la ricchezza media prodotta per abitante in Italia e in Francia ora si equivale. Un risultato che segna un momento importante nel cammino economico del nostro Paese, soprattutto dopo anni in cui abbiamo inseguito gli altri principali Stati dell’Unione.

Un divario che si colma

Nel 2015, il valore medio della ricchezza prodotta per cittadino in Italia era inferiore dell’8,8% rispetto alla Francia. Cinque anni dopo, nel 2020, la distanza era aumentata, toccando il 10,1%. Ora, per la prima volta da decenni, quella differenza è stata annullata. Anche il distacco con la Germania si è ridotto in modo sensibile: dal 24,3% di cinque anni fa al 13,9% nel 2025. E rispetto alla media dei Paesi della zona euro, l’Italia ha ridotto il divario dal 10,7% al 5,9%. Un miglioramento che, pur in un contesto di crescita modesta, rappresenta un segnale di tenuta dell’economia nazionale.

Quali fattori hanno inciso sul risultato

Questo avvicinamento non è dovuto a un’esplosione della produttività, ma a una serie di dinamiche più complesse. I motivi principali sono almeno due:

  1. Incremento dell’occupazione: nel primo trimestre del 2025, il numero degli occupati ha toccato quota 24,2 milioni. Il tasso di occupazione si è portato al 62,8%, il valore più alto mai registrato nel Paese. A contribuire a questo risultato è stato soprattutto l’inserimento nel mondo del lavoro di donne e giovani, categorie tradizionalmente penalizzate.
  2. Riduzione della popolazione: l’Italia sta vivendo una fase di declino demografico. Con meno abitanti, lo stesso livello di ricchezza distribuito tra un numero inferiore di persone fa aumentare il PIL pro capite. È un fenomeno statistico che va letto con cautela: non indica necessariamente un miglioramento del benessere diffuso.

In aggiunta, i prezzi in molte aree del Paese, soprattutto nel Mezzogiorno e nei centri meno urbanizzati, sono rimasti relativamente bassi. Questo ha contribuito a mantenere un livello di consumo stabile, nonostante una crescita economica piuttosto lenta.

Andamento dell’economia italiana nel primo trimestre 2025

Nei primi tre mesi dell’anno, l’economia italiana ha registrato una crescita dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, e dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. La cosiddetta “crescita acquisita” per l’intero 2025 è stimata allo 0,5%, in linea con le previsioni governative.

Gli investimenti fissi lordi sono cresciuti dell’1,6%, segno che le imprese stanno continuando a puntare sul futuro. L’export ha segnato un incremento del 2,8%, a fronte di un +2,6% delle importazioni. I consumi interni, invece, sono aumentati in modo marginale (+0,1%), segnalando una certa cautela da parte delle famiglie. In termini settoriali, agricoltura e industria hanno mostrato segni positivi (+1,4% e +1,2%), mentre i servizi hanno subito un piccolo calo dello 0,1%.

Un elemento da tenere presente: il trimestre ha avuto meno giornate lavorative rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un dettaglio che ha influenzato leggermente i dati.

Prospettive e limiti del risultato raggiunto

Anche se il PIL pro capite italiano ha raggiunto livelli comparabili a quelli francesi, è fondamentale non lasciarsi andare a facili entusiasmi. Il dato riflette condizioni strutturali, come la riduzione demografica, che nel lungo periodo rappresentano un problema più che un vantaggio. Inoltre, la produttività media per lavoratore – indicata dal PIL per occupato – continua a essere inferiore rispetto alle principali economie dell’UE. Negli ultimi anni, mentre questo indicatore cresceva in Francia e Germania, in Italia ha subito un calo.

Per consolidare questi progressi e puntare a una crescita più solida, l’Italia deve affrontare con decisione alcune sfide chiave: rilancio degli investimenti in innovazione, rafforzamento dell’istruzione e della formazione professionale, maggiore partecipazione al lavoro da parte dei giovani e delle donne, e una seria politica demografica. Solo con un’azione strutturata e continua il nostro Paese potrà trasformare questo traguardo simbolico in una base concreta per uno sviluppo duraturo e inclusivo.

Claude 4: le novità del modello

Anthropic ha ufficialmente presentato Claude 4, una mossa che punta a ribaltare gli equilibri nel settore dell’intelligenza artificiale generativa. Dopo mesi di attesa, l’azienda fondata da ex membri del team di OpenAI si è mostrata al mondo con una proposta audace: due nuovi modelli, Claude Opus 4 e Claude Sonnet 4, entrambi progettati per offrire prestazioni di alto livello, sia in ambito tecnico che operativo.

Con questo lancio, Anthropic non si limita a inseguire: intende posizionarsi tra i protagonisti del mercato, in competizione diretta con i sistemi IA di riferimento come ChatGPT di OpenAI, Gemini di Google e Copilot di Microsoft. La disponibilità immediata dei modelli su infrastrutture cloud e tramite API suggerisce un orientamento chiaro verso l’adozione su larga scala da parte di imprese e sviluppatori.


Architettura e funzioni: cosa distingue Claude 4?

Claude Opus 4 rappresenta la proposta premium di Anthropic. Pensato per compiti ad alta complessità e durata, è stato progettato per supportare flussi di lavoro automatizzati che si estendono per ore, mantenendo continuità, coerenza e adattabilità. Questo lo rende particolarmente adatto all’integrazione in sistemi di AI agentica, dove la capacità di decidere in autonomia e richiamare strumenti esterni in parallelo è cruciale.

Accanto a lui troviamo Claude Sonnet 4, una versione più bilanciata e orientata all’uso quotidiano. Si distingue per la sua flessibilità, la rapidità di risposta e la capacità migliorata di interpretare comandi complessi. Caratteristiche che lo rendono adatto a una gamma molto ampia di applicazioni, dall’assistenza virtuale alla generazione di contenuti.


I numeri parlano: benchmark alla mano

I test comparativi confermano che Claude 4 non è un semplice aggiornamento. Sul benchmark SWE-bench, dedicato a valutare modelli nel campo della programmazione, Opus 4 ha ottenuto risultati superiori rispetto a GPT-4.1, Gemini 2.5 Pro e Codex-1. A impressionare non è solo la capacità di generare codice corretto, ma anche la coerenza nel gestire contesti complessi e modifiche articolate su più file.

Performance competitive anche in altri ambiti: GPQA, AIME e MMLU — test rispettivamente per il ragionamento avanzato, la matematica di livello competizione e le competenze multilingue — mostrano che Claude Opus 4 è all’altezza delle sfide intellettuali più elevate, rendendolo appetibile anche per applicazioni in ambito scientifico, giuridico e accademico.


Applicazioni pratiche: chi può davvero beneficiarne?

Claude 4 punta chiaramente al mondo enterprise, dove l’automazione e l’efficienza operativa sono imperativi. Le sue applicazioni potenziali includono:

  • Gestione di processi complessi: Claude è in grado di coordinare flussi di lavoro interni e attività di marketing automatizzate, adattandosi ai dati in tempo reale.
  • Supporto agli sviluppatori: grazie alle sue capacità di refactoring e alla coerenza stilistica nel codice generato, è già stato impiegato in contesti di sviluppo prolungato.
  • Ricerca e knowledge management: utile per analizzare grandi volumi di documenti, estrarre insight e proporre sintesi operative, anche in settori ad alta regolamentazione.
  • Creazione di contenuti: dalla scrittura creativa alla comunicazione aziendale, Claude 4 riesce a produrre testi fluidi e coerenti, adattabili a vari toni e contesti.

Promesse mantenute o solo marketing?

I pareri degli stakeholder coinvolti nel lancio sono ovviamente entusiasti, ma serve un po’ di prudenza. Le performance sono promettenti, certo, ma come sempre sarà l’adozione sul campo a decretare il vero valore del prodotto. Anthropic ha scelto bene il tempismo, ma i rivali non stanno a guardare: OpenAI prepara nuove versioni, Google investe sulla modularità, Meta spinge su modelli lightweight.

In sintesi: Claude 4 è un passo avanti importante, ma non ancora una rivoluzione definitiva. Le capacità ci sono, ma andranno testate in contesti reali e su scala. L’evoluzione dell’IA è troppo dinamica per proclamare vincitori con leggerezza.


Disponibilità e costi

Claude Opus 4 è accessibile tramite abbonamenti a pagamento nei piani Pro, Max, Team ed Enterprise. Il prezzo base è fissato a $15 per milione di token in input e $75 per milione di token in output, con sconti consistenti per l’uso di prompt caching o elaborazione in batch.

I modelli possono essere utilizzati tramite Amazon Bedrock, Google Vertex AI o direttamente su claude.ai. Inoltre, Anthropic ha rilasciato estensioni per l’uso integrato negli ambienti di sviluppo più diffusi, come Visual Studio Code e JetBrains, offrendo uno strumento ancora più potente per i team di sviluppo.

Manus AI: un assistente autonomo

Nel panorama attuale dell’intelligenza artificiale, in cui l’evoluzione di modelli linguistici e piattaforme applicative procede a ritmo serrato, spicca una proposta emergente dalla Cina che ha attirato l’attenzione di esperti e studiosi: Manus AI. Nato all’interno della startup Butterfly Effect, Manus si presenta come un agente AI generalista dotato di capacità operative autonome. A differenza dei chatbot convenzionali, questo sistema non si limita a rispondere a input testuali, ma è stato progettato per eseguire compiti complessi in maniera proattiva, come l’analisi dei dati, la produzione di contenuti strutturati e la gestione automatica di processi articolati.

Autonomia e proattività come elementi distintivi

Lanciato il 6 marzo, Manus si distingue proprio per questa operatività indipendente. Il suo funzionamento va ben oltre l’interazione conversazionale: è in grado di pianificare, coordinare ed eseguire attività strutturate anche senza intervento umano diretto. Le sue applicazioni sono molteplici e vanno dall’analisi automatizzata di curriculum, alla raccolta e sintesi di notizie in tempo reale, fino alla creazione di siti web dinamici e personalizzati. Il nome stesso, “Manus” – che in latino significa “mano” – suggerisce l’idea di un’estensione attiva dell’utente, uno strumento operativo che agisce per conto di chi lo utilizza, al contrario dei tradizionali assistenti virtuali che rimangono legati a un approccio reattivo e dipendente dai comandi espliciti dell’utente.

L’architettura multi-agente: una nuova ingegneria dell’intelligenza

Il cuore tecnologico del sistema è rappresentato da un’architettura multi-agente. Questo significa che Manus si fonda su una struttura distribuita, dove vari sottosistemi specializzati – come quelli dedicati alla pianificazione, al recupero di informazioni o alla scrittura di codice – operano in parallelo e in maniera coordinata. Questo assetto consente a Manus di portare avanti compiti complessi anche in assenza di interazione costante con l’utente o addirittura a dispositivo spento. Ogni azione compiuta viene inoltre documentata in modo dettagliato, rendendo possibile il monitoraggio, il debugging e l’uso a fini formativi. Una delle funzionalità più interessanti è la possibilità di seguire, tramite un’interfaccia dedicata chiamata “Manus’s Computer”, i processi che il sistema sta eseguendo, incluso l’uso automatico del browser. Tale approccio si avvicina a una forma di meta-cognizione applicata, in cui l’intelligenza artificiale non si limita a risolvere problemi ma è anche capace di pianificare consapevolmente il modo in cui affrontarli.

Critiche, limiti e prime controversie

Naturalmente, non mancano le critiche e le problematiche. Alcuni osservatori fanno notare che Manus si basa su modelli esistenti, come quelli di Anthropic (Claude) o Alibaba (Qwen), e che la sua originalità risiede più nell’ingegneria d’integrazione che nello sviluppo di tecnologie di base. Altri segnalano limiti nelle performance, come episodi di latenza, instabilità o generazione di contenuti non accurati in determinati contesti. La scelta di limitare l’accesso alla piattaforma attraverso un sistema a inviti, unita a risorse server inizialmente ridotte, ha inoltre dato origine a dinamiche speculative: i codici d’accesso sono stati rivenduti a cifre elevate, contribuendo a creare un’attesa difficile da gestire nel lungo termine.

AIKO: spazio e AI in Italia

Nata a Torino nel 2017 per iniziativa di Lorenzo Feruglio, AIKO è una startup deep-tech specializzata nello sviluppo di software basati sull’intelligenza artificiale per l’autonomia operativa dei satelliti. L’obiettivo è ridurre l’intervento umano nelle missioni spaziali, migliorando l’efficienza e la sicurezza dei sistemi orbitali.

Tecnologie di AIKO per lo spazio autonomo

L’automazione è una priorità per il settore aerospaziale, e AIKO ha sviluppato una serie di soluzioni software avanzate che sfruttano il machine learning per ottimizzare la gestione delle missioni.

orbital_OLIVER: gestione intelligente delle operazioni satellitari

Questa piattaforma software permette ai satelliti di prendere decisioni autonome, riducendo la necessità di comunicazioni con la Terra. Utilizzando algoritmi avanzati di intelligenza artificiale, orbital_OLIVER è in grado di coordinare manovre orbitali, evitare collisioni e ottimizzare il consumo energetico.

gifted_GENE: monitoraggio predittivo e prevenzione guasti

Per garantire la massima efficienza dei satelliti, gifted_GENE analizza in tempo reale lo stato di salute dei sistemi a bordo, individuando eventuali anomalie e prevenendo malfunzionamenti. Questa tecnologia consente di allungare la vita operativa dei satelliti e di ridurre i costi di gestione.

clear_CHARLES e clear_CHLOE: elaborazione dei dati a bordo

AIKO ha sviluppato due soluzioni dedicate all’analisi autonoma dei dati satellitari:

  • clear_CHARLES: ottimizzato per payload passivi, consente un’elaborazione avanzata di immagini e dati scientifici.
  • clear_CHLOE: progettato per payload attivi, permette un trattamento più efficiente delle informazioni raccolte da strumenti di bordo complessi.

Queste tecnologie aumentano la capacità di risposta dei satelliti in situazioni critiche, migliorano la gestione delle informazioni e ottimizzano la trasmissione dei dati a Terra.

Crescita finanziaria e opportunità di mercato

AIKO ha raccolto oltre 7 milioni di euro in investimenti, con un recente round di Serie A da 3,5 milioni guidato da Deep Blue Ventures e Primo Ventures. Nel 2025, il Club degli Investitori ha contribuito con ulteriori 520.000 euro per accelerare l’espansione dell’azienda nei mercati internazionali.

Secondo le previsioni di Euroconsult, il mercato globale dei satelliti raggiungerà i 507 miliardi di dollari entro il 2030, con una crescita annua del 7,1%. In questo scenario, l’approccio innovativo di AIKO risponde alla crescente richiesta di automazione nelle missioni spaziali, posizionandola tra le aziende più promettenti del settore.

Espansione internazionale e prospettive future

AIKO conta attualmente 40 dipendenti e prevede di espandere il team fino a 70 unità nei prossimi due anni. Oltre alla sede principale di Torino, ha aperto un ufficio strategico a Tolosa, in Francia, uno dei principali hub dell’industria aerospaziale europea.

I prossimi passi dell’azienda includono il consolidamento delle attività in Francia e l’ingresso nel mercato statunitense, con l’obiettivo di affermarsi come leader globale nell’applicazione dell’intelligenza artificiale alle missioni spaziali.

AIKO e il futuro dell’automazione spaziale

L’uso dell’intelligenza artificiale nelle missioni spaziali rappresenta una svolta per l’intero settore. Con le sue tecnologie avanzate, AIKO punta a rivoluzionare la gestione autonoma dei satelliti, migliorando l’affidabilità, riducendo i costi e aprendo nuove possibilità per l’esplorazione e l’utilizzo dello spazio.

Microsoft schiaccia l’acceleratore

In Italia si discute spesso della carenza di investimenti privati, ma proprio la scorsa settimana è arrivata una notizia significativa in questo ambito.

Microsoft investe oltre 4 miliardi in Italia


Le infrastrutture sono essenziali per lo sviluppo futuro del Paese, e Microsoft, l’azienda di Redmond, ha deciso di concentrarsi su questo aspetto cruciale.

Una mappa evidenzia come in molte aree, non solo nel Sud, le infrastrutture digitali presentino bassi livelli di efficienza. Questo implica che innovazioni come l’intelligenza artificiale, che necessitano di connessioni stabili e servizi efficienti, richiedono un miglioramento infrastrutturale per essere pienamente sfruttate.

Un investimento di tale entità può quindi rappresentare un passo avanti verso la giusta direzione.

Il progetto


La CloudRegionNorth, destinata a diventare una delle più grandi d’Europa per Microsoft, avrà il compito di soddisfare la crescente domanda di risorse digitali in quest’area. Il progetto avrà un ruolo strategico non solo nel Mediterraneo, ma anche nel Nord Africa, promuovendo una collaborazione con il Sud del mondo.

Brad Smith, presidente di Microsoft, ha dichiarato: “Questo investimento storico rafforza ulteriormente il nostro impegno di lunga data per la trasformazione digitale dell’Italia. Ampliando l’accesso alle nostre tecnologie e promuovendo le competenze nell’ambito dell’intelligenza artificiale, intendiamo offrire al Governo, alle aziende e alla forza lavoro gli strumenti necessari per costruire un’economia guidata dall’AI, che generi occupazione e prosperità.”

Non solo infrastrutture


Il piano è ambizioso e prevede anche percorsi formativi per migliorare le competenze digitali nel Paese. Oltre un milione di italiani verranno formati con nuovi programmi per accrescere le loro capacità e il valore sul mercato del lavoro.

Questo cambiamento potrebbe incoraggiare altri colossi tecnologici a investire di più in Italia. Non è pensabile che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sia l’unico strumento di spesa in questo settore chiave, ed è probabile che si assisterà a un aumento degli investimenti privati.

La situazione attuale


Nel 2024, secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, circa il 50% delle piccole e medie imprese italiane ha adottato almeno una tecnologia digitale avanzata, segnando un aumento rispetto agli anni precedenti. Gli investimenti si concentrano soprattutto su cloud computing, cybersecurity e gestione dei dati. Tuttavia, circa il 40% delle PMI rimane indietro, cit

AI: bolla speculativa? Il punto della situazione

Negli ultimi anni, il dibattito sull’intelligenza artificiale ha dominato il panorama digitale, con molti esperti convinti che l’IA avrà un impatto profondo sulle nostre vite. Tuttavia, ad agosto si è verificato un brusco calo finanziario che ha sollevato preoccupazioni su una possibile bolla, anche se la situazione è poi rientrata.

Gli sviluppi recenti

OpenAI continua a essere un leader del settore, avanzando rapidamente nello sviluppo di nuove versioni di ChatGPT. Quest’anno è stato lanciato GPT-4, ora disponibile per tutti, espandendo ulteriormente l’accesso al modello. OpenAI ha anche presentato Sora, uno strumento rivoluzionario per la trasformazione del testo in video, consolidando la sua posizione di primato.

Google, pur essendo un concorrente formidabile, non è ancora riuscito a tenere il passo con OpenAI. Il suo progetto Gemini ha subito varie evoluzioni, ma non è ancora all’altezza del suo principale rivale. Tuttavia, con le sue enormi risorse finanziarie, Google potrebbe fare rapidi progressi in futuro.

OpenAI: successi e turbolenze

Nonostante i successi, all’interno di OpenAI ci sono state tensioni. La vicenda dell’estromissione e successivo reintegro di Sam Altman ha portato a contrasti interni. Helen Toner, ad esempio, ha lasciato l’azienda per divergenze di opinione, mentre Jan Leike è passato alla concorrenza per continuare il suo lavoro sull’IA. La rapida crescita ha portato anche a sfide interne, come spesso accade in situazioni di espansione accelerata.

Apple e NVIDIA in gioco

Due altri giganti tech, Apple e NVIDIA, hanno manifestato un crescente interesse per l’IA generativa. NVIDIA ha registrato enormi profitti grazie ai suoi chip ottimizzati per l’IA, mentre Apple, pur essendo rimasta indietro rispetto ai concorrenti, non può permettersi di perdere questo treno e sta valutando investimenti significativi in OpenAI, seguendo le orme di Microsoft.

Una corsa sempre più affollata

Anche altre nazioni stanno avanzando nel campo dell’IA, con soluzioni innovative che emergono dall’Europa e dal Giappone, pronte a ridefinire il settore. Il 2024 si preannuncia come un anno cruciale, con una competizione sempre più serrata tra le potenze mondiali nel campo dell’intelligenza artificiale.

Nel frattempo, Pechino ha lanciato due nuovi modelli in grado di competere con Sora. Bytedance, l’azienda dietro TikTok, ha sviluppato modelli per convertire testo in video, e potrebbero emergere altri sfidanti a sorpresa nel prossimo futuro.

Incentivi attivi

Settembre è alle porte, segnando l’inizio dell’ultima parte dell’anno, un momento ideale per pianificare nuovi investimenti e rafforzare le proprie posizioni finanziarie. Ma quali incentivi restano ancora disponibili?

Credito d’imposta 4.0

Il Credito d’imposta 4.0 è un incentivo per le imprese che investono in tecnologie digitali avanzate e sostenibili, facilitando la transizione verso l’Industria 4.0. Questo beneficio fiscale si applica a una percentuale delle spese sostenute per l’acquisto di beni materiali e immateriali, come software e macchinari interconnessi. Per il 2024, le aliquote del credito d’imposta possono arrivare fino al 50%, con limiti massimi sugli investimenti in beni materiali. Gli ordini devono essere effettuati entro il 31 dicembre 2024, con eventuali proroghe per acconti versati entro tale data. Le imprese devono conservare la documentazione necessaria per dimostrare l’interconnessione effettiva dei beni per usufruire dell’incentivo. È importante ricordare che le condizioni possono variare in base alla dimensione aziendale e alla localizzazione geografica.

Fondo Nuova Sabatini


Il Fondo Nuova Sabatini mira a facilitare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese (PMI) italiane, incentivando l’acquisto di beni strumentali, incluse tecnologie digitali e soluzioni eco-compatibili. Questo fondo permette alle imprese di ottenere finanziamenti bancari agevolati, con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) che copre una parte degli interessi. I finanziamenti possono coprire fino al 100% degli investimenti, con importi che vanno da 20.000 a 4 milioni di euro per singola azienda. Il contributo statale viene erogato in sei rate annuali, a patto che i beni acquistati vengano mantenuti per almeno tre anni. Le domande possono essere presentate fino all’esaurimento dei fondi disponibili, attivi fino alla fine del 2024. Per accedere al Fondo, è necessario presentare un piano d’investimento dettagliato tramite una banca convenzionata.

Incentivi per la transizione ecologica

Le imprese che scelgono di adottare pratiche sostenibili possono beneficiare di diversi incentivi per la transizione ecologica, tra cui contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per progetti di efficienza energetica, riduzione delle emissioni e innovazione ecologica. A livello europeo, il programma Horizon Europe offre finanziamenti per la ricerca e l’innovazione green, con bandi aperti fino al 2027. In Italia, il Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica supporta investimenti in tecnologie che migliorano le prestazioni ambientali delle imprese, offrendo prestiti agevolati e contributi a fondo perduto. Le scadenze variano a seconda dei bandi, ma per accedere agli incentivi è richiesta documentazione che attesti l’efficacia ambientale del progetto.

Bonus ricerca e sviluppo

Le imprese che investono in ricerca e sviluppo possono usufruire di un credito d’imposta sulle spese sostenute per attività di R&D, innovazione tecnologica e design mirati alla creazione di nuovi prodotti o processi produttivi. Nel 2024, il bonus copre il 20% delle spese ammissibili, fino a un massimo di 4 milioni di euro per le attività di ricerca e sviluppo. Se i progetti sono specificamente orientati verso la transizione ecologica o l’innovazione digitale 4.0, il credito d’imposta sale al 15%, con un limite massimo di 2 milioni di euro. Le imprese devono documentare le spese e dimostrare che i progetti rispettano i criteri previsti dalla legge. La scadenza per le spese ammissibili è fissata al 31 dicembre 2024, e il credito può essere utilizzato tramite compensazione nel modello F24.

Incentivi per le start-up innovative

Le start-up innovative possono beneficiare di una serie di incentivi pensati per stimolare l’ecosistema imprenditoriale tecnologico in Italia. Questi includono agevolazioni fiscali e semplificazioni burocratiche, oltre alla possibilità di accedere a finanziamenti agevolati attraverso il Fondo Nazionale Innovazione, che fornisce capitale di rischio per la crescita delle start-up. Gli investitori che finanziano start-up innovative possono anche beneficiare di una detrazione fiscale del 50% sulle somme investite, fino a un massimo di 100.000 euro per le persone fisiche. Questo incentivo è valido per tutto il 2024, con alcune scadenze trimestrali per l’iscrizione al registro delle start-up innovative. Le start-up devono soddisfare criteri specifici, come una forte componente tecnologica, un bilancio limitato nei primi anni e personale altamente qualificato.

Crowdstrike: i problemi continuano

Uno dei venerdì più complicati per il settore informatico mondiale rischia di trasformarsi in una questione legale per CrowdStrike.

Cosa è accaduto

Il 19 luglio, diverse grandi aziende in tutto il mondo hanno visto i loro sistemi informatici andare in blocco. Inizialmente, molti hanno ipotizzato che si trattasse di un vasto attacco hacker, ma la situazione si è rapidamente evoluta. Successivamente, l’attenzione si è concentrata su Azure, la piattaforma cloud di Microsoft, una delle più importanti al mondo, che poteva essere responsabile del problema.

Il pubblico generale non era particolarmente familiare con CrowdStrike fino a quando non è balzata agli onori della cronaca proprio quel venerdì 19 luglio. Infatti, è stato presto rivelato che il problema era causato da un bug all’interno di un aggiornamento del software antivirus fornito dall’azienda. Una singola riga di codice era sufficiente a mandare in tilt più di otto milioni di computer.

Come è stato risolto

Mentre il traffico aereo rimaneva paralizzato, causando notevoli ritardi in tutto il mondo, i tecnici erano al lavoro per trovare una soluzione che potesse ripristinare la normalità.

In Italia, la situazione non è stata così grave poiché CrowdStrike non è così ampiamente utilizzato come in altri paesi, sebbene ci siano stati problemi significativi ai caselli autostradali. L’aeroporto di Fiumicino ha invece registrato diversi disagi nel settore aeroportuale.

Le operazioni di ripristino hanno incluso anche l’uso di chiavette USB per intervenire su quei sistemi che non potevano essere riparati da remoto. Senza dubbio, questi disagi hanno causato problemi a numerose grandi aziende in tutto il mondo.

Delta Air

Abbiamo menzionato i disagi nei trasporti aerei, ed è proprio qui che i problemi informatici potrebbero trasformarsi in questioni legali. Delta Air, una grande compagnia aerea statunitense, ha infatti annunciato l’intenzione di chiedere un risarcimento per i danni subiti a causa dell’interruzione del servizio.

Infatti, 1,3 milioni di passeggeri pronti a salire a bordo dei voli Delta Air hanno subito ritardi e cancellazioni, con un danno che la compagnia stima intorno ai 500 milioni di dollari. CrowdStrike ha dichiarato che la responsabilità dell’azienda è limitata per quanto riguarda questi disagi, ma ciò non è stato sufficiente a convincere gli avvocati.

Questa causa potrebbe rappresentare una svolta significativa; se infatti la compagnia aerea dimostrasse che non sono state rispettate le norme prima di rilasciare l’aggiornamento difettoso, questo potrebbe costituire un elemento di colpevolezza, in grado di innescare ulteriori cause per i disservizi.

La situazione è ancora in evoluzione e si attendono sviluppi nelle prossime settimane.

Italia: un paese che innova?

Nel corso del Novecento, l’Italia ha visto nascere aziende altamente innovative in molti settori, come la Bialetti con la moka, la Ferrari con le supercar e l’Olivetti con i suoi computer. Tuttavia, oggi il paese è spesso percepito come incapace di produrre innovazione. Ma è davvero così?

Incentivi governativi


Negli ultimi anni, il governo italiano ha messo a disposizione diversi fondi per incentivare l’innovazione, attraverso programmi come “Industria 4.0”. Questi piani hanno permesso a molte aziende di aggiornare i propri macchinari, migliorando così la produzione e mantenendo la competitività. Questo rinnovamento è stato cruciale per portare l’industria italiana verso una nuova era. L’European Innovation Scoreboard ha classificato l’Italia come “Moderate Innovator”, ma negli ultimi anni il paese ha registrato una crescita percentuale maggiore rispetto ad altre nazioni europee.

Riconoscimenti internazionali


Nel 2023, la rivista americana Time ha inserito tra le innovazioni più interessanti quella sperimentata a Milano dal Lit: batterie commestibili. Questo progetto prevede la realizzazione di batterie fatte con alimenti, riducendo così l’impatto ambientale. Anche se si tratta di un progetto ambizioso con ancora molta strada da percorrere, ha saputo tracciare un percorso innovativo e poco convenzionale.

Startup italiane


Le startup italiane stanno proponendo nuove visioni in diversi settori. Ad esempio, Movenzio sta cercando di rivoluzionare il settore del noleggio auto, promuovendo una mobilità più sostenibile e a costi ridotti, grazie a un approccio completamente digitale che ha permesso all’azienda di aumentare il fatturato del 250%. Towerlan, invece, progetta antenne per il segnale internet che si integrano meglio nell’ambiente urbano, somigliando a pali della luce per ridurre l’impatto estetico.

Startup di successo


Tra le startup italiane di maggior successo degli ultimi anni si distingue Scalapay, che ha trasformato il modo di effettuare pagamenti, facilitando l’accesso per diverse attività. Oggi l’azienda ha un valore superiore al miliardo di euro e sembra destinata a crescere ulteriormente.

Conclusioni


Le principali sfide per l’Italia riguardano soprattutto il settore dell’istruzione, con pochi laureati nelle discipline più rilevanti nel mondo attuale e una formazione specialistica che fatica a tradursi in competenze aziendali. Tuttavia, l’Italia continua a dimostrare la sua capacità di produrre visioni innovative, offrendo speranze per il futuro.