Microfabbriche: il domani del Paese?

Il tessuto produttivo italiano è caratterizzato da una prevalenza di piccole imprese, con grandi produttori che rappresentano un’eccezione. Questo panorama produttivo è stato ulteriormente influenzato dalla pandemia, che ha fatto emergere un nuovo trend: le microfabbriche.

La pandemia e la crisi delle supply chain

La pandemia ha evidenziato la fragilità di alcuni settori produttivi, soprattutto a causa della complessità delle catene del valore globali. Con l’espansione del mercato globale e l’apertura alla Cina, queste catene si sono allungate notevolmente, creando problemi significativi durante i lockdown del 2020. Il rallentamento delle navi container provenienti dall’Asia e la cronica carenza di microchip, essenziali per molti settori, hanno causato ritardi a catena in tutto il mondo, colpendo duramente la produzione di elettrodomestici, auto, computer e smartphone.

Fabbriche grandi: rifornimenti grandi

Le grandi fabbriche necessitano di rifornimenti costanti e in grandi quantità. La mancanza di questi rifornimenti può causare gravi danni economici a causa dell’inattività degli impianti e della ridotta capacità produttiva. Tuttavia, ciò che un tempo era considerato un punto debole, potrebbe ora diventare un punto di forza grazie alle microfabbriche.

Microfactories: cosa sono?

Le microfabbriche sono impianti produttivi di piccole dimensioni che sfruttano la loro compattezza per ridurre i costi di gestione e aumentare l’efficienza. Un esempio è una microfabbrica a Governors Island, New York, che ricicla rifiuti utilizzando energia solare in un container di 20 metri quadrati. Questo tipo di impianto offre vantaggi significativi in termini di consumi energetici ridotti e flessibilità logistica.

In Arizona, un’altra microfabbrica impiega 10 dipendenti per il riciclo della plastica, producendo una vasta gamma di oggetti, dai skateboard alle lampade.

In Italia?

Le microfabbriche non devono necessariamente occupare un container; possono essere ospitate anche in edifici convenzionali. Nel 2023, il gruppo Motors Grouping ha annunciato l’apertura di una piccola fabbrica a Genova dedicata alla produzione di auto fuoriserie. Questo progetto combina artigianalità e innovazione, con una produzione limitata ma focalizzata sull’implementazione di nuove tecnologie.

Le microfabbriche potrebbero rappresentare un’opportunità per l’Italia, permettendo di superare le sfide delle catene di approvvigionamento globali e promuovendo un modello produttivo più flessibile e sostenibile.

NVIDIA: storia del gigante dell’IA

Fondata nel 1993 da Jensen Huang, Chris Malachowsky e Curtis Priem, NVIDIA si è posta fin dall’inizio l’obiettivo di rivoluzionare il mercato delle unità di elaborazione grafica (GPU). Un momento cruciale nella storia dell’azienda è stato il lancio della GeForce 256 nel 1999, considerata la prima GPU del mondo. Questa innovazione ha trasformato il settore del gaming, introducendo capacità avanzate di rendering 3D in tempo reale. Durante questo periodo, NVIDIA si è concentrata principalmente sul mercato dei videogiochi, consolidando la sua posizione di leader senza ancora raggiungere la dimensione e l’influenza che ha oggi nel panorama tecnologico globale.

La Storia Recente: L’Ascesa dell’IA

Le svolte decisive spesso arrivano inaspettatamente, e per NVIDIA questo ha significato espandersi ben oltre il gaming, diventando un protagonista chiave nel campo dell’intelligenza artificiale (IA). Con l’introduzione dell’architettura CUDA nel 2006, le GPU di NVIDIA hanno trovato impiego non solo nella grafica, ma anche nel calcolo parallelo. Questo ha permesso all’azienda di entrare in settori nuovi e di collaborare con il mondo accademico e industriale, estendendo la propria influenza. Negli ultimi tre anni, la crescita del mercato dell’IA ha accelerato enormemente, trasformando NVIDIA in un leader dominante con potenziali di espansione futura notevoli.

IA: Nel DNA dell’Azienda

Le prime incursioni di NVIDIA nell’intelligenza artificiale risalgono al 2012, quando le sue GPU hanno iniziato a essere utilizzate per accelerare le reti neurali profonde (DNN). Questo ha permesso progressi significativi in applicazioni come il riconoscimento vocale e visivo, con sviluppi rivoluzionari nel riconoscimento delle immagini e nell’elaborazione del linguaggio naturale. L’azienda ha collaborato con ricercatori e aziende tecnologiche per ottimizzare le prestazioni delle reti neurali, facilitando applicazioni pratiche come i sistemi di assistenza vocale, la diagnostica medica basata su immagini e la guida autonoma.

Perché Oggi NVIDIA è Importante

Oggi, NVIDIA riveste un ruolo cruciale non solo nel settore dei videogiochi, ma anche in ambiti come i data center, l’automotive, la robotica e la sanità. Le sue GPU vengono utilizzate nei data center per accelerare i carichi di lavoro di IA, permettendo l’elaborazione rapida di enormi quantità di dati. Nel settore automotive, NVIDIA è leader nella fornitura di piattaforme per veicoli autonomi grazie alle sue tecnologie Drive AGX, che combinano IA e capacità di calcolo avanzate per supportare la guida autonoma e le funzionalità di assistenza alla guida. Le soluzioni di IA di NVIDIA sono impiegate in vari settori industriali per migliorare l’efficienza, ridurre i costi e innovare i processi produttivi, rendendo l’azienda finanziariamente solida e pronta per affrontare le sfide future.

Nuovi Prodotti Riguardanti l’IA

NVIDIA si muove rapidamente in un mercato dinamico che evolve velocemente. I nuovi prodotti sono progettati per accelerare la transizione verso un nuovo modo di intendere il calcolo e l’interazione con i computer. Architetture come Blackwell, presentata quest’anno, rappresentano una pietra miliare di una nuova era. Una versione ancora più potente è prevista per il 2025, segno della continua innovazione dell’azienda.

Prospettive Future

Con una valutazione che sfiora i tremila miliardi di dollari, le prospettive per NVIDIA sono immense. L’azienda ha molteplici settori in cui investire e ci aspettiamo di vedere significativi progressi in tutti gli ambiti chiave nei prossimi mesi e anni. Non è da escludere che NVIDIA possa diventare l’azienda con il maggior valore in borsa.

Ecosistema delle startup in Italia

Startup: esistono solo all’estero? Vediamo la situazione in Italia.

Il termine “startup” ha origini negli Stati Uniti, specificamente nella Silicon Valley degli anni ’90. Questo termine veniva usato per descrivere piccole imprese tecnologiche con un grande potenziale di crescita e innovazione. Queste aziende emergenti avevano l’obiettivo di rivoluzionare settori esistenti o crearne di nuovi attraverso l’uso di tecnologie avanzate e modelli di business scalabili. Durante questo periodo, molte aziende digitali sono nate, attirate dalle nuove opportunità offerte dalla tecnologia.

Crescita delle Startup in Italia negli Ultimi Dieci Anni

In Italia, il numero di startup è aumentato notevolmente negli ultimi dieci anni. Secondo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), nel 2022 erano registrate circa 14.708 startup innovative, con un incremento del 28.8% annuo dal 2013​​. Questo aumento è stato sostenuto da politiche governative e da un crescente interesse per l’innovazione e l’imprenditorialità nel paese​.

Esempi di Unicorni Italiani

L’Italia ha prodotto alcune startup che hanno raggiunto lo status di “unicorno”, ossia aziende con un valore di mercato superiore a un miliardo di dollari. Tra queste, Satispay e Scalapay sono tra le più note nel settore fintech. Tuttavia, la crescita delle startup in Italia è spesso ostacolata da alti costi del lavoro e da una burocrazia complessa, che rendono difficile l’accesso al capitale​.

Principali Finanziatori di Startup in Italia

L’accesso ai finanziamenti per le startup italiane può essere complesso, ma esistono importanti attori nel mercato. CDP Venture Capital, parte di Cassa Depositi e Prestiti, è uno dei principali sostenitori delle startup, con vari fondi dedicati. Altri finanziatori significativi includono fondi di venture capital come United Ventures e 360 Capital. Negli ultimi anni, il mercato del venture capital in Italia ha visto un notevole aumento degli investimenti, grazie anche all’intervento di investitori internazionali​.

Incentivi per le Startup in Italia nel 2024

Per stimolare la crescita economica e delle competenze in Italia, sono stati introdotti vari incentivi per le startup. L’iniziativa “Smart&Start Italia” offre contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. Inoltre, il Fondo di Garanzia per le PMI facilita l’accesso al credito per le nuove imprese, riducendo i rischi per gli investitori. Queste misure mirano a rendere l’ecosistema startup italiano più competitivo a livello internazionale​.

Settori Migliori per Aprire una Startup in Italia

Nel 2024, alcuni settori si distinguono per le opportunità offerte alle nuove startup. Tra questi, il fintech, la tecnologia verde, la salute digitale e l’intelligenza artificiale sono i più promettenti. Questi settori offrono grandi potenzialità di crescita, supportate da forti tendenze di mercato e da una crescente domanda di innovazione. Avviare una startup in questi ambiti può contribuire significativamente al progresso tecnologico ed economico del paese.

Conclusione

L’Italia rappresenta un ambiente dinamico e in crescita per le startup, con numerose opportunità per chiunque voglia intraprendere un’avventura imprenditoriale. Con il supporto adeguato e un focus sui settori in espansione, il futuro delle startup italiane appare promettente. Fonti di finanziamento solide, incentivi governativi e un ecosistema in crescita sono gli elementi chiave che rendono l’Italia un luogo ideale per l’innovazione​.

Neuralink: il futuro dell’umanità?

Esistono diverse tecnologie che potrebbero cambiare il futuro dell’umanità, oggi vediamo la storia di un’azienda pronta a rivoluzionare tutto.

Neuralink

Nel 2016, Elon Musk ha lanciato Neuralink con la visione di sviluppare tecnologie avanzate per collegare direttamente il cervello umano ai computer. Questa iniziativa mira a potenziare le funzioni cognitive umane mediante dispositivi avanzati impiantabili, segnando rapidamente il passo in ambito di neurotecnologie grazie ai suoi progetti audaci.

La Missione di Neuralink

Neuralink punta a realizzare interfacce cervello-computer (BCI) che non solo possano contribuire nel campo medico, come nel trattamento di lesioni cerebrali severe o malattie neurodegenerative, ma anche migliorare le capacità umane quali la memoria o la comunicazione diretta cervello-macchina basata su pensiero.

Elon Musk: Una Breve Biografia

Elon Musk è un imprenditore sudafricano, noto per aver rivoluzionato diversi settori con le sue aziende innovatrici, quali PayPal, Tesla Motors e SpaceX. Nato nel 1971, Musk si è sempre distinto per la sua capacità di trasformare visioni futuriste in realtà tangibili, influenzando significativamente il progresso tecnologico e il pensiero umano.

La Tecnologia degli Impianti Neurali

Gli impianti neurali sviluppati da Neuralink consistono in microchip sottili inseriti nel cervello, connessi a filamenti microscopici che monitorano l’attività neuronale. Questi dispositivi permettono di registrare segnali neuronali con alta precisione e di trasmettere dati a dispositivi esterni, facilitando un’interazione diretta tra il cervello e le macchine.

Il Primo Test su Umano

Nel 2024, Neuralink ha realizzato il suo primo impianto su un essere umano, aiutando un paziente con gravi limitazioni motorie dovute a un danno spinale. I risultati iniziali sono stati promettenti, mostrando la capacità del paziente di controllare dispositivi digitali semplicemente con il pensiero.

Prospettive Future

Neuralink si propone di perfezionare ulteriormente la propria tecnologia nei prossimi anni, al fine di rendere gli impianti neurali sicuri ed efficaci per una vasta gamma di applicazioni mediche e, eventualmente, per l’uso quotidiano. Con l’obiettivo di avanzare nell’intelligenza artificiale e nella connessione uomo-macchina, l’azienda esplora nuove frontiere nel trattamento delle patologie neurologiche e nell’espansione delle capacità umane.

La ricerca di Neuralink, nonostante le promesse, solleva anche questioni etiche significative, che continuano a generare ampi dibattiti sull’impatto a lungo termine di tali tecnologie sulla società e sulla natura umana.

Diritto alla riparazione: rivoluzione?

L’Unione Europea è finalmente riuscita, dopo un lungo lavoro, ad approvare la legge sul diritto alla riparazione. Ma di cosa si tratta?

Tecnologia Sempre Più Complicata da Riparare

Nel corso dei decenni, il mondo dei beni di consumo si è evoluto verso una crescente complessità. Anche prodotti che in passato erano semplici, oggi sono diventati “smart” con l’integrazione di microchip. Frigoriferi con schermi, lavatrici, forni e persino automobili ora sono dotati di componenti tecnologici avanzati. Tuttavia, ciò rende spesso difficile o addirittura impossibile riparare un oggetto quando si guasta.

Costi Ambientali: Primo Obiettivo dell’UE

Il principale obiettivo di questa legge è ridurre l’impatto ambientale. Sostituire un oggetto ogni volta che si guasta aumenta lo spreco di risorse preziose che potrebbero essere risparmiate o utilizzate in modo più sostenibile.

Come Funzionerà

Il progetto mira a semplificare il processo di riparazione, consentendo alle aziende di rivolgersi a centri di assistenza anche di terze parti. Un punto chiave è che chi opterà per la riparazione anziché la sostituzione riceverà una garanzia aggiuntiva di un anno.

Obblighi per le Aziende

Le aziende saranno tenute a dichiarare chiaramente il costo di ogni riparazione, o stabilire un tetto massimo sopra il quale non si potrà andare. Inoltre, l’azienda dovrà restituire il prodotto entro trenta giorni dalla consegna al centro di riparazione.

Piattaforma Online per Trovare Riparatori

Verrà creata una piattaforma europea per aiutare i consumatori a individuare siti di riparazione per i propri prodotti, facilitando la ricerca di uno nelle vicinanze. Ogni stato europeo dovrà inoltre creare un proprio sito per rendere accessibili tali informazioni nella lingua nazionale.

Amazon sbarca a Vercelli

In Italia, Amazon ha inaugurato il suo primo Innovation Lab, segnando così la centralità del Bel Paese per il presente e il futuro del colosso americano. Ma di cosa si tratta esattamente?

Amazon: Alcuni Numeri

In un precedente articolo, abbiamo discusso del lavoro svolto dall’azienda di Bezos per sviluppare nuove soluzioni nel campo della logistica. Negli Stati Uniti, ad esempio, Amazon riceve circa 12 milioni di ordini al giorno, con un valore medio di circa 27 milioni di dollari l’ora. Questi dati evidenziano la necessità di un’enorme quantità di lavoro per soddisfare le richieste in tempi ragionevoli. L’e-commerce americano è noto per i suoi tempi di spedizione rapidi, il che richiede l’ottimizzazione dei flussi di lavoro per minimizzare le inefficienze.

Amazon Innovation Lab

L’Innovation Lab è un centro di ricerca dedicato alla sperimentazione di diverse tecnologie con l’obiettivo di migliorare i tempi di evasione degli ordini e, di conseguenza, aumentare il fatturato aziendale.

Questi laboratori sono fondamentali perché producono prototipi interessanti che vengono successivamente testati nei magazzini di Amazon. Si investe nella creazione di robot capaci di collaborare con gli esseri umani e, in alcuni casi, di sostituirli nei compiti più pesanti e a rischio di infortunio.

Progetti Innovativi

I progetti non si limitano alla sola robotica. Un team di ingegneri provenienti da diverse parti del mondo lavora su idee per rendere gli imballaggi più sostenibili, al fine di ridurre l’impatto ambientale. Considerando che Amazon negli Stati Uniti spedisce più di un milione e mezzo di scatole al giorno, è evidente come le innovazioni in questo settore possano avere un impatto significativo.

I Robot di Amazon

Tra i robot in fase sperimentale, abbiamo già conosciuto alcuni in un articolo precedente. Ad esempio, Sequoia è un sistema robotico che identifica e immagazzina un gran numero di articoli, ottimizzando l’organizzazione del magazzino e riducendo del 25% il tempo di evasione degli ordini. Digit, invece, è in grado di muoversi negli spazi dedicati agli operatori umani, afferrare oggetti e trasportarli, riducendo così i movimenti ripetitivi degli operatori e minimizzando il rischio di infortuni.

Questo primo Innovation Lab in Italia rappresenta un passo significativo per Amazon nel suo impegno verso l’innovazione e l’ottimizzazione dei processi, confermando l’importanza strategica del nostro Paese per l’azienda.

Inflazione: cosa ci aspetta nel 2024?

Inflazione: cosa ci aspetta nel 2024

Il periodo di ripresa post-pandemica ha visto un’escalation dell’inflazione, raggiungendo il picco nel 2023, con conseguenze significative sull’economia e sugli investimenti aziendali. Esaminiamo lo stato attuale e le prospettive future.

Gli ultimi ventiquattro mesi

Nel corso degli ultimi due anni, l’ISTAT ha registrato variazioni significative nei prezzi al consumo. Nel 2022, si è verificato un aumento medio dell’8,1%, mentre nel 2023 l’inflazione si è attestata intorno al 5,7%.

Energia: un ostacolo da affrontare

Le crisi dei prezzi dell’energia hanno esercitato un impatto considerevole, generando aumenti a catena su diversi mercati. Nel 2024, i prezzi energetici dovrebbero risalire, in parte a causa dell’eliminazione graduale delle misure di mitigazione adottate in risposta agli aumenti precedenti.

La transizione verso produzioni più green e la riduzione della dipendenza da forniture esterne dovrebbero rafforzare l’economia europea nei prossimi anni.

Prospettive della BCE

Nonostante le preoccupazioni nel breve e medio periodo, la BCE si è mostrata ottimista per il 2024. La tendenza inflattiva dovrebbe diminuire, con Christine Lagarde che ha annunciato una riduzione dei tassi d’interesse a giugno 2024. Tuttavia, la BCE resta cauta, operando con attenzione per evitare un ritorno alla situazione precedente.

I tre pilastri da monitorare

  1. Retribuzioni: Con una disoccupazione del 6,6% nell’area Euro, è difficile prevedere l’andamento dei salari.
  2. Utili Aziendali: Un superamento delle aspettative degli utili potrebbe contrastare gli sforzi per ridurre l’inflazione.
  3. Produttività: Deve essere in linea con la domanda per evitare nuove spirali inflazionistiche.

L’importanza del taglio dei tassi

Il taglio dei tassi agevola l’accesso al credito per famiglie e imprese, stimolando gli investimenti aziendali e favorendo una ritrovata normalità economica.

Previsioni sul PIL italiano

La Banca d’Italia prevede un aumento dello 0,7% del PIL italiano nel 2024 e dell’1,1% nei ventiquattro mesi successivi. Questi incrementi rivestono un’importanza significativa per l’economia italiana, che negli ultimi 30 anni ha mostrato una crescita stagnante.

La questione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rimane aperta, con effetti a lungo termine ancora da valutare, nonostante i finanziamenti continueranno per i prossimi due anni.

Open AI e Sora: rivoluzione all’orizzonte?

Open AI e Sora rivoluzione

Circa un anno e mezzo fa, ChatGPT ha aperto il vaso di Pandora, mostrando come l’IA potesse influenzare le routine lavorative quotidiane di molti, con la giusta cautela. Tuttavia, solo pochi giorni fa, OpenAI ha presentato uno strumento potenzialmente più rivoluzionario.

Sora: di cosa si tratta

Sora è un’IA in grado di convertire il testo in video, unendosi alle recenti innovazioni che generano immagini da video. In termini più tecnici, è un “diffusion transformer model”.

Questi modelli vengono addestrati fornendo loro immagini a cui è stato aggiunto del rumore, accompagnato da un testo descrittivo. Attraverso un processo iterativo, l’IA rimuove gradualmente il rumore fino a ottenere l’immagine originale.

Tuttavia, questo genererebbe solo immagini statiche cucite insieme, risultando in un’uscita “artificiale” percepita come anomala. Interviene quindi la componente del trasformatore, calcolando il modo migliore per collegare in modo fluido i frame che formeranno il video.

Esempi

Durante il video di presentazione sono stati mostrati vari input con i risultati ottenuti. Non tutti sono altrettanto convincenti.

Ad esempio, il video di una fuoristrada che corre ha ancora alcuni difetti nella gestione della fisica dell’auto. Somiglia più a un trailer di un videogioco che a un video reale. Le mani rimangono una sfida significativa per l’IA e sono le discrepanze più evidenti nei video che coinvolgono esseri umani.

D’altra parte, gli animali, il comportamento dell’acqua e dei corpi immersi nei fluidi sono ben realizzati. Senza dubbio, questi soggetti sono più semplici da gestire per l’IA, ma diciamocelo: i risultati sono comunque sorprendenti.

Problemi

Prima di affrontare le preoccupazioni etiche, è fondamentale esaminare una questione pratica evidenziata da Sam Altman, CEO di OpenAI.

Il primo problema è la potenza di calcolo: non ce n’è abbastanza per ciò che Altman immagina. Per questo, a Davos, si è detto pronto a cercare di raccogliere 7.000 miliardi di dollari per creare un gigante dei semiconduttori e rivoluzionare il mercato. Si tratta di un progetto ambizioso la cui fattibilità rimane incerta.

Questo problema non è staccato dai considerevoli requisiti energetici necessari per far funzionare computer potenti per addestrare l’IA e processi correlati.

Sora: Impatto sulla Sicurezza

Attualmente, i video generati in questo modo presentano ancora diversi errori che aiutano a distinguere quelli autentici da quelli falsi. Tuttavia, come abbiamo sperimentato nei mesi recenti, il futuro si avvicina rapidamente. Saranno necessari nuovi mezzi per differenziare tra video “deepfake” e video reali.

Le implicazioni sono significative, poiché tali video potrebbero raffigurare un politico importante pronunciare dichiarazioni controverse o portare al furto di identità di personaggi famosi per fini di lucro, come già visto. Ci sono domande senza risposta e OpenAI non ha ancora annunciato un rilascio, poiché vengono adottate misure preventive di sicurezza.

IA e lavoro: presente e futuro

Chip IA

Da quando l’IA generativa è apparsa sul web si parla molto dell’impatto che questa potrebbe avere sui posti di lavoro. In realtà il quadro è molto più complesso e include l’IA in generale. 

Non solo ChatGPT

Si parla di intelligenza artificiale come se questa comprendesse soltanto ChatGPT e concorrenti ma in realtà la situazione è alquanto diversa.

Basti pensare che il tentativo di creare un’intelligenza artificiale paragonabile a quella di un umano iniziano nel secondo dopoguerra. 2001 Odissea nello spazio dipingeva un futuro lontano ma in realtà esprimeva paure e temi già presenti nella società degli anni settanta.

Dal 2010 in poi l’accesso a database di dati enormi ha permesso di puntare sullo sviluppo di IA sempre più complesse e in grado di risolvere problemi che prima erano inimmaginabili.

Tipi di Intelligenza Artificiale

Esistono in realtà molti tipi diversi di IA al di fuori di quella generativa. Annoveriamo: IA reattiva; IA predittiva; IA a memoria limitata; IA ristretta.

Questo per capire che la complessità è enorme e non tutte le IA sono identiche.

  • l’IA ristretta è studiata per risolvere specifici task, addestrata per dare il massimo ma solo su quella specifica area di competenza; non può risolvere problemi diversi da quelli per i quali è addestrata se non con l’aiuto di altre applicazioni;
  • l’IA generativa è quella che colleghiamo a ChatGPT, diciamo che è è più adatta in campi come quello creativo nel quale c’è bisogno di creare differenti tipi di contenuti;
  • l’IA reattivareagisce sulla base di un perimetro di regole stabilito e può fare poco altro. Un esempio è stata l’ia che IBM utilizzò nella sfida contro il campione di scacchi Kasparov. Lo battè ma in realtà non fu una grande dimostrazione di intelligenza, quanto di “forza bruta” poiché questa poteva analizzare tutte le mosse possibili;
  • l’IA predittiva è quella che, ad esempio, ci consiglia un film su Netflix o un prodotto su Amazon. Apprende dai dati che le vengono forniti e, teoricamente, migliora nel tempo;
  • l’IA a memoria limitata è simile a quella ristretta, infatti ha delle informazioni che vengono aggiornate di continuo e che permettono di prendere decisioni rapide e con efficacia. Ad esempio si utilizza nelle auto per assistere alla guida.

Le previsioni del MIT

Nel mondo della manifattura la maggior parte dei lavori richiedono l’utilizzo della vista. Sia che si assembli qualcosa, sia che si controlli qualitativamente un pezzo, o che si svolgano mansioni simili, la vista è essenziale.

Il MIT di Boston ha deciso di studiare l’IA non dal punto di vista della rimpiazzabilità dell’uomo ma dal punto di visto della convenienza economica. 

La buona notizia è che per il momento il numero di posti di lavoro, che richiedono la vista come requisito fondamentale, che possono essere rimpiazzati dall’IA con un vantaggio economico si aggirano intorno al 3%. Questo significa che l’uomo è ancora l’opzione migliore.

La cattiva notizia è che entro il 2030 questo numero salirà intorno al 40%. Il fattore principale è il probabile declino dei costi per aumentare la capacità dell’IA.

Macintosh: 40 anni e non sentirli

Mac 40 anni

Quarant’anni fa, nel mondo dell’informatica, nasceva un prodotto destinato a rivoluzionare l’elettronica di consumo: il Macintosh di Apple. Nonostante il passare del tempo, questo storico home computer continua a far parte della lineup di Apple, anche se oggi lo troviamo abbreviato nella linea Mac.

Le Origini del Nome

Il nome “Macintosh” trova la sua ispirazione nel tipo di mela preferito da Jef Raskin, capo del progetto. Inizialmente, l’idea era di chiamarlo “McIntosh”, ma il nome era già di proprietà di un’altra azienda. Apple, in modo creativo, optò per “Macintosh” dopo una disputa legale che portò alla vittoria dell’azienda di Cupertino nel conseguire il marchio.

Come inizia tutto

Il progetto iniziale fu affidato a Jef Raskin, con l’obiettivo di creare un computer accessibile e dotato di interfaccia grafica, rompendo così con la tradizionale riga di comando che caratterizzava l’uso dei computer in quel periodo.

Parallelamente, il team guidato da Steve Jobs lavorava su Lisa, anch’esso privo di interfaccia grafica inizialmente. Per un periodo, i due team rimasero separati, ma qualcosa cambiò.

Jobs entra nel progetto

Steve Jobs iniziò a percepire il potenziale del Macintosh e ne intravide il successo rispetto a Lisa. Lentamente, si concentrò sul Macintosh e ne assunse il controllo dopo le dimissioni di Raskin, causate da divergenze con Jobs.

I punti di forza del Macintosh rispetto a Lisa erano l’economicità, ottenuta attraverso alcuni tagli alle specifiche tecniche. La campagna di marketing, con uno spot diretto da Ridley Scott, fu memorabile, dichiarando apertamente la sfida di Apple al dominio di IBM.

Un insuccesso che ha cambiato tutto

Nonostante le prime settimane di vendita promettessero successo, i limiti del progetto emersero rapidamente. L’assenza di un hard disk, la scarsa connettività e la limitata quantità di RAM resero il prodotto meno attraente.

I conflitti interni portarono Steve Jobs ad abbandonare Apple, ma anni dopo fece ritorno, salvando l’azienda dal fallimento. Apple, invece di abbandonare la linea di prodotto, decise di lanciare una revisione dell’hardware.

Nel 1986 debuttò il Macintosh Plus, che cercò di risolvere le principali problematiche del suo predecessore, diventando un successo commerciale rimasto nel catalogo di Apple per quattro anni.

La rivoluzione Macintosh

Il Macintosh ha cambiato radicalmente l’approccio all’utilizzo del computer. L’introduzione dell’interfaccia grafica insieme al mouse ha permesso un’interazione completamente nuova. Nel corso degli anni, anche i concorrenti hanno adottato soluzioni simili, dando inizio a un’evoluzione inarrestabile.

Oggi, i principali sistemi operativi come Windows, macOS e le diverse declinazioni di Linux integrano cartelle, interfacce cliccabili e molto altro, segnando un cambiamento duraturo introdotto dal Macintosh.