La corsa alle IA

ChatGPT ha stupito tutti con il suo arrivo, scoperchiando un vaso di Pandora che difficilmente potrà essere chiuso di nuovo. L’Intelligenza artificiale è da sempre un tema molto dibattuto e ChatGPT ha dato l’inizio a quella che è la corsa alla nuova frontiera tecnologica. Google ha annunciato Bard e Microsoft integra ChatGPT in Bing. 

Google Bard: non così bene

Non sappiamo cosa sia accaduto negli uffici di Google ma, di certo, ci sono stati momenti di tensione, visto che sono stati addirittura richiamati i fondatori dell’azienda per discutere delle contromosse. Indubbiamente il segnale che qualcosa doveva cambiare subito perché erano anni che il colosso di Mountain View non si trovava a “rincorrere”. 

Google stava lavorando da molto tempo su un progetto di Intelligenza Artificiale che non aveva mai mostrato, questo fa pensare che fosse tutt’altro che pronta. La presentazione di Google Bard non è andata come sperato, infatti ha causato una consistente perdita di valore per le azioni.

La polemica è nata intorno all’errata risposta di Bard riguardante il telescopio James Webb. La risposta ha creato dubbi sull’accuratezza dell’IA e così le azioni sono scese di circa l’8% del valore.

Google non investe solo in Bard

Google non sta giocando solo sul proprio tavolo ma anche su quello di Claude. Si tratta di un’altra Intelligenza Artificiale che potrebbe avere interessanti sviluppi. Microsoft invece ha investito diversi miliardi in ChatGPT, non avendo un progetto in casa ha preferito puntare su qualcosa di molto avanzato.

L’accuratezza?

L’intelligenza artificiale rappresenta di certo uno strumento interessante in grado di aprire a nuovi utilizzi per il futuro. Il problema dell’accuratezza non è solo di Google Bard comunque.

Quando consultiamo in modo tradizionale un qualsiasi motore di ricerca la prima cosa con cui entriamo in contatto sono i vari risultati e non una semplice rielaborazione degli stessi.

Quindi è ovvio che le perplessità in merito all’involontaria diffusione di fake news ci sono, la tematica è ancora tutta da esplorare. Un pubblico vasto investito da informazioni poco accurate non è di certo quello a cui aspirare.

La corsa è appena iniziata e ne vedremo delle belle senza alcun dubbio.

Le prospettive per il 2023

Il 2023 si appresta a salutare il primo mese dell’anno, nonostante questo è ancora possibile fare qualche previsione per quello che accadrà nei restanti undici mesi. Ne abbiamo scelte tre.

Le IA sempre più presenti

Se la fine del 2022 ha visto l’avvento di ChatGPT nella terza iterazione è certo che anche quest’anno non potrà essere da meno. Infatti sappiamo che si sta lavorando già alla quarta iterazione che dovrebbe arrivare nel 2023.

OpenIA ha avuto la capacità di raccogliere molti fondi da aziende del settore tecnologico, la più importante è senza dubbio Microsoft. Il gigante fondato da Bill Gates è molto interessato ai futuri sviluppi e alle future implementazioni nei servizi Microsoft, per il momento ha messo sul piatto 10 miliardi di dollari.

Intanto a Mountain View non sono rimasti con le mani in mano, infatti sono stati richiamati i fondatori di Google per riunioni straordinarie a tema IA. L’azienda starebbe lavorando da anni ad una sua IA ma ancora non ha mostrato niente, è quasi certo che nel 2023 vedremo qualcosa.

La Cina verrà superata dall’India

L’India dovrebbe diventare il paese più popoloso del mondo  entro l’anno in corso, superando di fatto la Cina. La strada dal punto di vista economico è ancora molto lunga ma intanto questo passaggio rimane comunque epocale. 

Negli ultimi anni il reddito medio è in continua ascesa e di certo l’importanza di questo paese negli equilibri mondiali non potrà che aumentare nel corso del 2023.

Logistica sempre più robotizzata

Il colosso dell’e-commerce mondiale, Amazon, ha alcuni dei più grandi magazzini del mondo. Immensi fabbricati nei quali si trovano prodotti di ogni tipo pronti a partire in ogni direzione. I costi di gestioni per strutture simili sono ovviamente molto alti e si lavora per ridurli. Per questo esiste un reparto di ricerca e sviluppo dedicato interamente alla prototipazione di soluzioni per la robotica.

L’azienda di Seattle già nel corso del 2022 ha mostrato novità di un certo peso e quest’anno potrebbe non essere da meno. Una delle novità più interessanti è quella di un “braccio” robotico che preleva i pacchi da spedire da un rullo e li dispone su carrelli che poi vengono trasportati in una seconda fase, ovviamente questo riduce anche la possibilità di infortunio nei magazzini. 

Nel corso del 2022 sono state presentate alcune novità, alcune allo stadio di prototipo e altre più avanzate, che potrebbero sostituire l’uomo in alcuni dei compiti più gravosi. Infatti sono già in fase avanzata di sviluppo robot per trasportare pacchi, per disporli sui carrelli dai nastri trasportatori o per prelevare i prodotti prima dell’imballo. Insomma, è chiaro che il settore logistico nei prossimi anni, e forse già da questo, potrebbe assistere a diversi cambiamenti. 

Ford: non solo Model T

Ford, uno dei più importanti imprenditore del Novecento, quando si parla di lui viene subito da menzionare la famosissima Model T. Certo, si tratta di un veicolo che ha rivoluzionato il mondo e, in particolare, ha permesso agli Stati Uniti di diventare una nazione “su gomma”. Quest’auto era, infatti, economica e poteva essere acquistata dalla classe media. Ma come si arrivò ad un simile risultato?

Henry Ford: ambizione e perseveranza

Ford nasce in una famiglia che possiede una grande fattoria nel Michigan, a Deaborn. A sedici anni prende l’iniziativa di trasferirsi a Detroit, il suo obiettivo è lavorare e inizia a farlo dimostrando spirito d’intraprendenza.

Torna a casa e si sposa ma Detroit rimane nei suoi pensieri e, più tardi, torna da dipendente dell’Edison come ingegnere. La sua carriera decolla e in pochi anni diventa capo ingegnere, potrebbe ritenersi soddisfatto ma non è così. Infatti, nel tempo libero cerca un modo per creare un sostituto del carro trainato da cavalli.

Il progetto consisteva nel mettere a punto una vettura che fosse in grado di muoversi con l’ausilio di un motore a gasolio. Il suo progetto aveva attratto degli investitori, ma Ford dimostrò molta voglia di migliorare prima di portare il prodotto sul mercato. Questa si scontrava con l’esigenza di monetizzare, così si arrivò allo scontro finale che causò la nascita di una delle aziende più importanti dell’epoca: Cadillac Motor Car Company.

Nasce la Ford Motor Company

Prima di arrivare ad un modello accessibile a tutti ci fu necessità di fare passaggi in più. Model A fu un modello importantissimo perché si trattava di un’auto funzionante e questo era già un passo importante, ma in questo momento era ancora un bene elitario. Ford voleva di più, voleva far crescere il mercato, farlo diventare di massa. La Model T, per essere realizzata, richiedeva una rivoluzione nell’ambito produttivo.

Tanti piccoli passi

Alla base della catena di produzione c’era l’idea di parcellizzare ogni passo in modo da renderlo replicabile senza troppi problemi e conoscenze pregresse.

Un’auto richiedeva fino a quel momento due o tre operai che si dedicassero al processo dall’inizio alla fine. Ma questo processo portava via molte ore e non si poteva produrre molto in una giornata. Ford intuì che aumentando il numero di passaggi ma riducendo l’apporto di un singolo operaio si potesse velocizzare molto il processo. Fu così che nacque la catena di produzione.

Problemi per gli operai

Come tutte le innovazioni, anche questa fu accolta con un certo sospetto e gli operai la vedevano come un modo per ridurre la loro responsabilità. Soprattutto, visto che non venivano richieste grandi competenze, era possibile diventare operai senza troppi problemi.

Fu grazie alla pellicola di Charlie Chaplin, “Tempi moderni” del 1936, che sul grande schermo il pubblico ebbe modo di vedere una critica a questo modello. L’ironia che aveva reso famoso l’attore americano rese la pellicola un enorme successo.

Gli eventi del 2022

L’anno 2022 sta avvicinandosi alla chiusura, ormai siamo entrati nella penultima settimana ed è tempo di analizzare gli eventi più importanti di questi ultimi 12 mesi.

Il popolo britannico saluta la sovrana più longeva

Se c’è una certezza che ha accompagnato il mondo negli ultimi settant’anni è la presenza della regina Elisabetta II sul trono britannico. Quest’anno abbiamo assistito all’evento che tutti temevano, il popolo inglese ha mostrato molto attaccamento alla sovrana e code lunghissime si sono viste per giorni per renderle omaggio. 

La fine del regno di Elisabetta ha senza dubbio segnato alla fine di un’epoca, alcuni hanno detto la fine del Novecento. Ora più che mai le sfide per il Regno Unito sembrano molte e più complesse.

Dopo il regno più lungo il governo più breve

In Gran Bretagna, però, non abbiamo assistito soltanto alla fine del regno più lungo della Storia. Dopo la Brexit il clima di incertezza è aumentato e la durata dei governi è stata breve e, spesso, con esiti poco soddisfacenti. 

Dopo il “Partygate” le cose per Boris Johnson non si sono messe affatto bene, infatti la vicenda che riguardava la festa di Natale del 2020 a Downing Street ha finito per compromettere del tutto la forza politica dell’ex primo ministro britannico.

Liz Truss è arrivata in sostituzione di Johnson in un momento molto difficile per il Paese ed ha proposto un piano basato su tagli ingenti delle tasse che hanno causato una forte crisi economica e la più grande perdita di valore della sterlina da anni. Quello di Truss è il governo più breve della storia.

La guerra torna in Europa

Per diversi decenni in Europa non si sono visti conflitti di vaste proporzioni, ad eccezione di quello nei Balcani, ma il 2022 ha riportato le lancette pericolosamente indietro nel tempo. 

La pace europea è stata data per scontata per molti anni, ad eccezione del conflitto nei Balcani degli anni Novanta, ma il 2022 ha rotto questo stato di cose.

Il 20 febbraio 2022 le truppe russe hanno aperto le ostilità contro quelle ucraine dando inizio alla guerra. Per il momento gli aiuti occidentali alle forze dell’Ucraina hanno avuto l’effetto di arrestare l’azione russa. I rapporti tra le nazioni e la Russia sono molto cambiati e di certo si è aperta una nuova fase nelle relazioni estere europee.

Crisi del prezzo dell’energia e clima

Come dicevamo, il conflitto russo-ucriaino ha portato alla crisi dei prezzi del gas, che è schizzato alle stelle. L’ovvia conseguenza è quella di aver rallentato la transizione ecologica di molti Paesi che hanno dovuto far fronte alla necessità di riattivare. Alcune centrali a combustibile fossile sono rientrate in attività per compensare la carenza energetica.

L’Unione europea si è messa al lavoro per elaborare un piano per svincolarsi completamente dalla fornitura di gas russo, materia prima che incideva per diversi punti percentuali sulle casse dei vari Stati. Il percorso è ovviamente molto lungo e non è chiaro esattamente dove potrà portare ma vedremo sicuramente nuovi fornitori affacciarsi nel corso degli anni. Nel frattempo sono stati aumentati gli investimenti in fonti rinnovabili.

Qatar ed Europa: uno scandalo

Nonostante sia scoppiato nella parte finale dell’anno sarà sicuramente un evento segnante per il 2022 e, quasi di certo, anche per il 2023. I contorni della vicenda iniziano ad essere più definiti già nelle ultime ore ma, ovviamente, dovremo ancora attendere per scoprire tutti i dettagli. 

Il governo qatariota si è fermamente dissociato da chi lo accusa di corruzione e dichiara di aver agito in conformità alle leggi internazionali, la magistratura chiarirà tutto con calma.

Intel apre una nuova era

Le lunghe catene di rifornimento alle quali eravamo abituati dovranno cambiare, il Covid ha fatto deflagrare il problema in tutta la sua urgenza. Ancora adesso alcuni settori sperimentano carenze di vario genere.

Intel, uno dei colossi della produzione di microchip, ha deciso di portare in Europa una parte della produzione strategica per l’occidente. Si tratta di un polo produttivo in Germania; uno dedicato alla ricerca e sviluppo in Francia e altre sedi tra le quali quella in provincia di Verona. Con un investimento che tocca i 33 miliardi si apre una nuova era nella produzione tecnologica. Infatti si avvicinano agli USA importanti produzioni un tempo quasi esclusivamente stabilite in Asia.

L’anno 2022 per l’industria mondiale

L’anno 2022 ormai sta volgendo al termine e si può tentare di tirare le somme di questi mesi complessi. Uscita dalla pandemia, crisi energetica e guerra. Cosa sarà successo all’industria?

Cybersicurezza: impossibile dimenticarlo

Anche nello scorso articolo abbiamo parlato di cybersicurezza ma occorre comunque puntualizzare per avere un quadro della situazione. Infatti gli attacchi informatici ai settori produttivi dei vari paesi si stanno intensificando. Gli attacchi rischiano di penalizzare molto i bilanci delle aziende colpite, per questo occorre fare attenzione.

  • Circa il 5% degli attacchi si sono invece concentrati nel settore della salute e dell’assistenza ai malati, che maneggia dati estremamente sensibili.
  • Secondo i dati in media un attacco informatico nel mondo ha un costo di circa 4.3 milioni di dollari.
  • Gli Stati Uniti hanno subito più attacchi informatici di tutti gli stati del mondo.

Manifattura: una situazione incerta

Il settore manifatturiero ha di fronte un periodo difficile e diverse sfide epocali alle quali fare fronte: accelerare il processo di digitalizzazione in atto, infatti si tratta di un elemento fondamentale per la competitività dello stesso settore; iniziare a ragionare su nuovi modi per produrre in modo più sostenibile. La digitalizzazione e le citate sfide poste dalla cybersecurity sono però anche elementi che pongono il problema delle competenze. Infatti si richiedono sempre più abilità e capacità nell’ambito informatico anche per lavori che prima non ne necessitavano. Questo significa che per queste figure il profilo salariale potrebbe salire.

Il settore manifatturiero è in calo

La recessione sembra ormai molto vicina per l’economia, e il settore manifatturiero non fa eccezione. In Europa, e non solo, il calo della domanda ha portato la produzione a rallentare e, di conseguenza, i produttori hanno ridotto gli acquisti di nuove materie prime, questo ha avuto però l’effetto positivo di allentare la pressione sui fornitori. Il tasso d’inflazione è ormai fuori dall’usuale ha aumentato il clima di incertezza, favorito anche dalla guerra in Ucraina.

Anche l’automobile ha difficoltà

Il comparto produttivo legato all’automobile in Europa è sceso di circa il 2,4% nella prima parte dell’anno, mentre in altre regioni del globo è rimasta in positivo. Questo è probabilmente attribuibile anche al crollo del mercato russo (-66,4%) e ucraino (-84,6%), l’impatto sulla produzione non è trascurabile.

Soprattutto all’inizio del 2022 i problemi alla catena di approvvigionamento hanno messo a rischio il settore, nonostante tutto la produzione in Nord America ha visto un aumento di circa l’11,8% durante i primi nove mesi, toccando quota 8 milioni. La domanda di veicoli nuovi in USA è stata un fattore trainante.

Rivedere la supply chain

La catena di approvvigionamento globale è a rischio poiché Covid, guerra e rallentamento della produzione hanno mostrato le debolezze di questo sistema. Molti produttori hanno visto lievitare i costi e assorbirli è diventato molto complesso.

La domanda elevata, l’aumento dei costi delle materie prime e del carburante, la lentezze nelle consegne continuano a mettere a dura prova l’intero sistema. Per questo si sta assistendo al processo di riavvicinamento di alcune sedi produttive, ad esempio Intel ha riportato in Europa, almeno in parte, la produzione di processori. 

Cybersecurity: la situazione nel 2022

La cybersecurity è un tema sempre al centro dell’attenzione, soprattutto in questi anni di crescita del settore tecnologico. Infatti gli attacchi da parte di hacker singoli o in gruppo sono sempre più frequenti e costano miliardi.

Smart-working e pericoli informatici

Lavorare da remoto, per alcuni settori, soprattutto legati al mondo dei servizi, è diventato un paradigma sul quale è cambiato il modo di pensare il lavoro. Soprattutto durante la pandemia chi aveva possibilità di lavorare da casa lo ha fatto e oggi alcuni continuano a farlo. Se i lati positivi dal lato della gestione aziendale esistono, e ce ne sono anche per i dipendenti, la pratica non è priva di rischi.

Come sempre, esistono lati positivi e lati negativi e in questo caso il lato negativo riguarda la sicurezza informati. Le reti aziendali, quando ben gestite, sono certamente più sicure di quelle casalinghe. La rete di casa può presentare delle problematiche e l’unica soluzione è quella di formare i dipendenti coinvolti in modo da utilizzarla consapevolmente.

Attenti al riscatto

Il ransomware è uno degli attacchi più temibili che possano esistere, infatti punta a criptare tutti i dati contenuti su un determinato disco senza possibilità di sbloccarli. L’unico modo per farlo ovviamente è pagare il riscatto, spesso in criptovalute o similari. 

Impedire che questi eventi si verifichino è tutt’altro che semplice poiché oggi viviamo in un mondo sempre più interconnesso, ma non impossibile. Le più importanti contromisure sono sicuramente quelle legate ai backup: utilizzare degli hard disk scollegati dalla rete internet, in modo da diminuire il rischio di contagio da virus; utilizzare password dalla sicurezza elevata; non installare software proveniente da fonti sconosciute.

Autenticazione a due fattori

Il problema delle credenziali d’accesso deboli è uno dei principali da risolvere per vivere una realtà aziendale più sicura. Infatti le password brevi, senza numeri o caratteri speciali sono molto più vulnerabili. Inoltre andrebbero cambiate spesso.

Negli ultimi anni si è diffusa sempre più l’autenticazione a due fattori che consente di aumentare la sicurezza aggiungendo un passaggio in più. Infatti dopo aver inserito abitualmente la password vi sarà richiesto un codice aggiuntivo che vi verrà recapitato sul dispositivo prescelto. In questo modo sarà per un hacker molto difficile riuscire a rubarvi le credenziali per accedere.

Phishing: tanto scontato quanto efficace

Ormai siamo abituati a ricevere tantissime email al giorno e questo spesso ci porta ad abbassare la guardia inconsciamente. Se tanti anni fa una mail che tentava di fare phishing era individuabile in pochi passaggi oggi la situazione è diversa. Infatti non è sempre evidente e per questo dobbiamo rimanere sempre vigili.

Rimane essenziale non cliccare su link provenienti da email delle quali non siamo sicuri. Inoltre è fondamentale osservare con attenzione il mittente della mail, anche un solo carattere aggiunto o mancante può fare la differenza.

Arriva il momento dei dati

Arriva il momento di elencare qualche dato utile. Il 23% degli attacchi hacker è stato indirizzato alle aziende che operano nel settore manifatturiero, ciò significa che bisogna attivare delle contromisure per evitare di perdere tempo e soldi.

Circa il 5% degli attacchi si sono invece concentrati nel settore della salute e dell’assistenza ai malati, che maneggia dati estremamente sensibili.

Secondo i dati in media un attacco informatico nel mondo ha un costo di circa 4.3 milioni di dollari.

Gli Stati Uniti hanno subito più attacchi informatici di tutti gli stati del mondo.

Spazio e innovazione: binomio vincente

La tecnologia si è evoluta nel corso dei millenni, ma per lungo tempo lo sviluppo era legato alle esigenze dei nostri antenati sulla Terra. Questo paradigma è cambiato negli anni cinquanta con la corsa allo Spazio tra Stati Uniti e URSS. Gli scienziati e gli ingegneri si sono trovati di fronte a problematiche mai viste che dovevano affrontare in modi diversi.

Lo spazio non è così lontano

La Terra all’inizio della corsa allo spazio era decisamente diversa vista da fuori, infatti all’epoca non esistevano orbite occupate dai satelliti. Man mano che la tecnologia dei satelliti si è sviluppata essi sono diventati cruciali non solo per la trasmissione televisiva. Il sistema satellitare è alla base di quello che viene chiamato GPS (global positioning system). Una tecnologia che ha subito un’accelerazione durante la corsa alla Luna.

Questo sistema di tracciamento della posizione ci permette oggi di guidare le nostre auto verso destinazioni nuove senza timore di perderci. Viene utilizzato quotidianamente da atleti di ogni categoria che corrono o praticano altri sport all’aperto.

Anche i materiali sono cambiati

I protocolli di comunicazione senza filo hanno avuto un enorme beneficio dalla corsa allo spazio, infatti questa era una priorità per poter permettere agli astronauti un viaggio sicuro. Anche tecnologie come la radiografia moderna hanno avuto una derivazione diretta.

Alcuni dei materiali più conosciuti oggi sono proprio arrivati “dallo spazio”, ad esempio il memory foam. Questo lo ritroviamo in diverse applicazioni: cuscini, materassi e altro. Lubrificanti industriali come il PS-300 sono stati perfezionati dalla NASA.

Il primo laptop nello spazio: SPOC

SPOC è stato il primo laptop della storia ad essere mandato in una missione spaziale, con un modello custom denominato GRiD, era il 1982. 

Il progetto per la NASA fu modificato in modo da essere pronto per l’operazione: fu aggiunta una striscia di velcro per fissarlo nella plancia di comando; fu aggiunta una ventola di raffreddamento e poi si lavorò molto sul software custom da inserire.

Senza la capacità di produrre computer portatili l’evoluzione dei dispositivi non ci avrebbe condotti all’era dello smartphone e dei tablet, strumenti imprescindibili anche nel campo dell’operatività industriale.

Energia e acqua

Anche le tecnologie come quelle impiegate nella costruzione dei pannelli solari hanno avuto una grossa spinta data dall’esplorazione spaziale. Oppure se ci riferiamo all’acqua, ad esempio, anche tecnologie per depurare l’acqua. Nello spazio il problema è molto importante e purificare tutto è fondamentale per sopravvivere per lunghi periodi. 

Arriva l’era dell’Industria 5.0

Si sente parlare della tematica dello sviluppo industriale, della rivoluzione dell’Industria 4.0, ma la realtà è ben diversa. Infatti parliamo già di rivoluzione 5.0, una sfida che raccoglie l’eredità della precedente con un occhio alla sostenibilità.

Industria 4.0: cosa è stata

La peculiarità di questa rivoluzione industriale è il fatto di essere stata prevista e attivata con incentivi e strategie precise. Infatti se la nostra mente andasse indietro ai tempi del vapore o dell’invenzione della corrente scoprirebbe che nessuna di queste era prevista. Si tratta di cambiamenti incredibili che hanno sconvolto il mondo e il modo di produrre nati dall’ingegno di alcuni. Oggi invece siamo in grado di prevedere le evoluzioni tecnologiche future e questo ci ha permesso di tracciare la strada.

Il motore degli incentivi fiscali e non solo è stato assolutamente fondamentale nella transizione digitale che ha incluso: IoT; Cloud; software d’analisi avanzati. Un approccio guidato dall’uso dei dati è necessario per rendere competitive le imprese che oggi fanno fatica a stare sul mercato. I piani si sono rinnovati anche durante la pandemia, mantenendo incisività e permettendo alle aziende di acquistare macchinari all’avanguardia.

Industria 5.0: le sfide per il futuro

L’industria 4.0 era focalizzata sull’efficienza produttiva, sui dati e su una produzione sempre più digitalizzata, la 5.0 è diretta verso una transizione green, sostenibile, oltre che digitale. 

Il cambiamento climatico sta diventando una realtà sempre più presente e viva per noi, per questo in Europa si discute su come agire. Il piano per l’industria 5.0 è proiettato verso un futuro nel quale la produzione sia sostenibile per il pianeta e per i lavoratori.

Si punta ad una sostenibilità energetica eliminando le fonti non rinnovabili in favore di altre meno inquinanti. 

L’altro obiettivo essenziale è quello di creare un’industria nella quale le macchine aiutino i lavoratori a vivere meglio il loro tempo speso sul luogo di lavoro. 

Tetto al prezzo del gas?

Il prezzo del gas ha subito un enorme aumento nell’ultimo anno. A settembre del 2021 il prezzo del gas era circa 45€ al mwh (megawattora), nel corso del 2022 abbiamo assistito a prezzi che hanno toccato punte di 345€ al mwh. Inutile sottolineare la portata di tali aumenti che oggi rischiano di intaccare la produttività italiana ed europea. 

Tetto del gas: in cosa consiste

La proposta di un tetto al prezzo del gas ha iniziato a circolare anche spinta dal premier italiano, Mario Draghi, ma in cosa consisterebbe? In poche parole si tratterebbe di far fronte comune con tutti i paesi della comunità europea per imporre un prezzo massimo alle importazioni di gas. Una proposta molto semplice che però potrebbe avere impatto.

I principali punti di forza

La forza principale di un provvedimento simile è data dall’unità, infatti se tutti i paesi europei decidessero di attuare una manovra del genere avrebbero una buona forza contrattuale, visto che insieme importanto molto gas. Questo consentirebbe di avere una leva più alta, aumentando la possibilità di ottenere il risultato sperato, ovvero quello di pagare meno e mettersi al riparo da oscillazioni di prezzo della materia prima.

Infatti l’Europa importa più di 300 miliardi di metri cubi di gas ogni anno, ed è quindi un partner fondamentale per quei paesi che hanno costruito infrastrutture in grado di fornirci ciò di cui abbiamo bisogno. 

Lo stato attuale del tetto al prezzo del gas

La proposta è sul tavolo delle commissioni dell’Unione Europea ma non è ancora passata, ma si sta lavorando per trovare un fronte comune. Tra le altre idee quella di sganciare il prezzo del gas da quello dell’energia elettrica. 

La discussione sembra però essere ancora lunga poiché alcuni paesi sono preoccupati dalle conseguenze di una decisione del genere.

Un inverno attento ai consumi

Mentre si preparano soluzioni di varia natura nelle commissioni europee è ovvio che l’inverno vedrà un atteggiamento molto più cauto verso il consumo di questa materia prima essenziale per le industrie italiane ed europee. 

Incentivi fotovoltaico 2022

Energia pulita, questo è un tema che riscalda il dibattito, soprattutto negli ultimi anni. Come abbiamo visto nell’articolo dedicato ad Agenda 2030, la produzione di energia pulita è al centro degli obiettivi da raggiungere per la data fissata. Senz’altro l’energia per le famiglie è essenziale e deve pian piano anche essa provenire da fonti più sostenibili. Il tema di quella dedicata alle aziende è molto importante. Per questo oggi esaminiamo gli incentivi dedicati al fotovoltaico. 

Perché conviene installare pannelli fotovoltaici?

Le aziende, non tutte ma in media è così, producono molto di più durante le ore diurne. Esistono delle eccezioni a questa situazione ma in generale possiamo darlo come principio generale. Spesso si produce in grandi capannoni industriali che presentano ampie superfici, sui tetti e non, che sono perfette per l’installazione di un impianto fotovoltaico. 

Con i prezzi dell’energia attuale questo significa essere in grado immediatamente di abbattere i costi della bolletta e, quindi, abbattere per una buona frazione i costi fissi. 

Oggi è anche possibile pensare di installare batterie per l’accumulo dell’energia, in modo da sopperire quando magari le condizioni meteo avverse riducono l’efficienza dell’impianto. Certo, si tratta di un acquisto importante per l’azienda ma si rientra in fretta alle condizioni attuali.

Incentivi nel 2022

La legge di bilancio per il 2022 ha confermato la possibilità di usufruire di credito d’imposta per il 6%, rispetto al 10% dello scorso anno. Si può usufruire di questo incentivo solo se al 30 giugno del 2023 verrà pagato almeno il 20% dell’investimento, che non deve superare 2 milioni di euro.

Esistono diversi altri incentivi come quello denominato “Nuova Sabatini” che prevede la possibilità di accedere ad un finanziamento da parte delle PMI. L’importo da pagare non deve superare i 4 milioni di euro, deve essere estinto entro 5 anni e non può essere utilizzato per coprire altre spese.

Scambio sul posto

Lo scambio sul posto è uno strumento utilissimo e a disposizione di privati e imprese. Si tratta semplicemente di rivendere al gestore dei servizi energetici tutta quell’energia che eccede il nostro fabbisogno. In questo modo, se non abbiamo possibilità di conservarla o altro, possiamo guadagnare dalla vendita dell’energia stessa.